Amman come
Roma, Petra come Milano, ed Aqaba come Napoli. Il regno hashemita ha deciso di
adottare il pugno di ferro per prevenire la diffusione del virus, e si è chiuso
in quarantena come, e in alcuni casi, più dell’Italia.
Rimangono funzionanti solo i “settori vitali”, tra essi non rientrano però il
trasporto pubblico e la stampa. Al contrario dell’Italia i mezzi pubblici
rimangono fermi, così come le attività dei giornali nazionali cartacei. Aperte
invece le farmacie, i forni, gli alimentari, e le aziende di distribuzione
dell’acqua e del carburante. L’esercito si è posizionato ai confini di tutte le
città per limitare il più possibile gli spostamenti degli abitanti. Intanto gli
ultimi voli stanno portando via gli stranieri che preferiscono tornare a casa.
Molti sono gli italiani che nelle ultime ore stanno tornando a casa, preferendo
la quarantena nostrana a quella giordana.
Il giorno prima della chiusura i giordani hanno trovato sulle strade decine di blindati e camionette militari intente a prendere posizione prima dell’inizio della quarantena.
La Giordania
adotta queste misure in un momento in cui i contagi all’interno dei suoi
confini sono inferiori ai cento. La scelta è arrivata quando in un giorno il
numero dei casi era salito a 35.
Il governo di Amman aveva dimostrato già in passato di aver preso molto sul
serio la minaccia del virus. Aveva bloccato l’accesso nel suo paese a tutti
coloro che erano passati per l’Italia, la Cina e l’Iran, e costringeva tutti i
cittadini tornati da quelle zone giordani a sottoporsi alla quarantena, tutto
ciò quando in Italia era state chiuse solo alcune zone del nord.