Il Congresso degli Stati Uniti cerca, attraverso vari pacchetti di aiuti economici e sociali, di far fronte all’emergenza Coronavirus che, nel Paese a stelle e a strisce, è arrivato a reclamare il conto di più di 10,000 persone contagiate.
I senatori di ambo i partiti sono stati, nella giornata di ieri, gentilmente invitati dal leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell a non allontanarsi da Washington e a non far ritorno nei propri Stati per rimanere a disposizione finché non si smetterà di varare misure di emergenza.
L’ultima è stata approvata con una larga maggioranza al Senato (90 voti a favore), nella giornata del 18 marzo, ed è il cosiddetto Families First Coronavirus Response Act. Già dal nome si evince che si tratta di un provvedimento che mette in primo piano le famiglie, i lavoratori e i soggetti più deboli della società americana, colpiti dall’arrivo del COVID-19.
L’iniziativa, voluta fortemente dalla speaker della Camera Nancy Pelosi, è stata approvata con un ampio consenso bipartisan anche alla Camera nella giornata del 14 marzo.
Infatti, nonostante la distanza che sembra allontanare sempre più i maggiori partiti d’America, questi sono riusciti a raggiungere un accordo sul Families First Act, sorvolando per un momento sull’accesa competizione fra i due schieramenti e la partigianeria, in favore di una collaborazione proficua per il bene delle famiglie americane. Un concetto ben ribadito anche dalla Speaker della Camera Nancy Pelosi che ha ringraziato i repubblicani per il loro supporto nel far passare il documento alla Camera perché «in queste circostanze dobbiamo dimostrare che siamo capaci di lavorare insieme e di saper portare a termine il lavoro per loro [ndr i cittadini]».
Il contenuto del documento approvato ieri dal Senato sembrerebbe andare in effetti in questa direzione. Esso introduce le ferie per malattia pagate fino a 2 settimane e fino a 10 ulteriori settimane per motivi familiari e medici (ma solo per dipendenti di compagnie con meno di 500 impiegati), accesso gratis ai tamponi per il Coronavirus anche per coloro che non hanno l’assistenza sanitaria, misure a favore degli operatori sanitari che lavorano in prima linea e aiuti economici agli enti che assicurano pasti a bambini, persone indigenti e disabili.
Come più volte affermato dal portavoce della maggioranza al Senato McConnell, però, il Families First non è il punto di arrivo della legislazione americana contro il Coronavirus. I repubblicani infatti scalpitano per lo stanziamento di un nuovo (sarebbe il terzo) e sostanzioso pacchetto di aiuti rivolto alle piccole imprese e ai singoli individui attraverso un sistema di assegni che inietterebbero liquidità direttamente nelle tasche degli americani per aiutare ad arginare la contrazione economica provocata dal Coronavirus.
Secondo il Time a pagare il costo politico del Families First saranno i repubblicani. Essi dovranno spiegare il largo appoggio fornito a delle misure assistenzialiste e basate sui sussidi, dopo aver per anni appoggiato il sistema capitalista basato sul libero mercato.
Una delle misure appena approvate che questi fanno più fatica a digerire è proprio quella delle ferie retribuite per malattia che, nell’ultima versione del documento, appare notevolmente indebolita rispetto al progetto originario presentato alla Camera dai democratici che voleva concedere il congedo per malattia ad ogni fascia di lavoratori e non solo ai dipendenti di aziende con meno di 500 impiegati, com’è poi passato nel documento finale. Secondo un editoriale del New York Times questo indebolimento del testo avrebbe diminuito la portata e l’efficacia del provvedimento, visto che rimarrebbero fuori dalle ferie pagate tutti i dipendenti delle grandi aziende e dei colossi americani, che già percepiscono un reddito basso, e non possono permettersi un giorno di malattia non pagato.
Sempre secondo Time l’appoggio dato dai repubblicani al Families First Act si ricollega ad altri momenti analoghi vissuti dal Senato come nel caso dell’11 settembre e della crisi economica del 2008 che vedevano profilarsi la minaccia concreta di un aumento delle tasse e tagli alla spesa pubblica.