«Make Free Speech Again» è lo slogan che Gab, social network dell’estrema destra statunitense, sta utilizzando in questi giorni su Twitter per invitare gli utenti ad iscriversi alla sua piattaforma. Una frase presa in prestito da Donald Trump, che dopo essere stato bannato dai più grandi social network americani e dopo aver assistito alla chiusura di Parler, altro social molto utilizzato dai suoi simpatizzanti, potrebbe trovare in Gab la sua nuova casa.
Gab è stato fondato da Andrew Torba nel 2016 e fa della “totale libertà di espressione” il suo principio fondante e finì al centro delle critiche già nel 2018 quando, il colpevole della sparatoria alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, postò proprio su Gab contenuti razzisti qualche ora prima di compiere la strage. Nell’ultima settimana Twitter, dopo aver bloccato il profilo di Trump, ha eliminato anche 70.000 mila account che davano spazio alle teorie QAnon, secondo le quali Trump sarebbe vittima di un complotto organizzato da una rete mondiale di pedofili.
Il Washington Post, ha anche raccontato come all’inizio di ottobre, in seguito alla rimozione di Facebook di una serie di account collegati a QAnon, Torba pubblicò un post sul suo blog accogliendo questi utenti: «Gab è felice di annunciare che accoglieremo tutti gli account QAnon sul nostro social network. I membri della comunità QAnon sono attivi su Gab da diversi anni. Non abbiamo mai visto richieste di violenza, minacce o altre attività illegali da parte di questo gruppo di persone».
Gab ha un aspetto molto simile a Twitter, in pratica l’unica differenza è il colore che in questo caso è verde. Torba nell’ultimo periodo ha dichiarato di aver raggiunto i 3,7 milioni di visitatori mensili, con un notevole incremento nelle ultime ore: solo negli ultimi quattro giorni sono state certificate 51 milioni di visite e 1.7 milioni di nuovi utenti. Questo incremento è riconducibile alla vicenda che ha visto protagonista Donald Trump e la battaglia che le grandi aziende tech del mondo hanno avviato nei suoi confronti, bannando il suo profilo dai principali social network. Gab stesso, tempo fa, invitò il presidente a iscriversi alla loro piattaforma offrendogli un profilo già certificato con la speranza che tutti i seguaci trumpiani potessero seguire il proprio beniamino.
Proprio in questi giorni Gab, soprattutto sul profilo Twitter, è tornato a utilizzare Trump per invogliare gli utenti ad iscriversi. «Nelle ultime 24 ore il nostro traffico è aumentato del 753%. Decine di milioni di visite» si legge sul profilo ufficiale che ha anche aggiunto di aver collezionato oltre 500 mila nuovi utenti solo nella giornata di sabato. Questo incremento di ricerche è avvenuto anche in Italia e come si può notare dalle ricerche Google Trends, nell’ultimo mese e il giorno dopo l’assalto al Congresso americano, sono visibili dei picchi di ricerche online.
Inoltre, confrontando le ricerche di Gab con quelle di Parler, è possibile notare come di fatto combacino ed entrambe abbiano avuto un notevole incremento negli stessi giorni.
Al momento Gab non è presente né sugli store Apple né su quelli Android ed è online grazie a Epik, una società di Seattle che si occupa di registrazione di domini che ospita anche altri siti dell’estrema destra americana come Daily Stromer. Questo rende di fatto molto complesso spegnere i server che ospitano questa piattaforma, cosa che invece è avvenuta negli scorsi giorni con Parler grazie all’azione di Amazon che ne possedeva i server.