I nuovi poveri di Roma sono donne, uomini, giovani, anziani, italiani e non. I corridoi di questo supermercato nascosto nel cortile della “Cittadella della Carità – Santa Giacinta”, tra le mura romane dell’acquedotto che costeggia via Casilina, sono affollati. Qui, fare la spesa non costa nulla. Dal 2008, migliaia di famiglie in difficoltà si sono rivolte ai centri di ascolto della Caritas per ottenere una tessera con la quale rifornirsi di beni di prima necessità, ma non solo. Vestiti, merendine, articoli da cartoleria: l’Emporio della solidarietà è un punto di riferimento, ancora di più oggi con l’emergere della pandemia.
Pandemia che ha cambiato le abitudini anche della mensa popolare dell’Oratorio del Caravita, che da anni è attiva nel cuore di Roma tra Camera dei Deputati e Palazzo Chigi, e che coinvolge diversi volontari tra adulti e giovani del Liceo Classico “Visconti”, guidati dal gesuita Padre Massimo Nevola. Sono tanti i tipi di povertà che ogni sabato affollano la mensa del Caravita: pensionati in stato di necessità, nuovi poveri, persone senza fissa dimora e anziani soli e privi di reddito.
Prima puntata:
Poveri – Quelle vite sospese dal Covid
«A Palermo non è cambiato niente», voci dalla città senza lavoro