Il Partito Democratico sembra a favore di governo di “alto profilo”, guidato da Mario Draghi. Non mancano, però, le critiche agli altri partiti, colpevoli di aver avanzato pretese eccessive. Ne parliamo con Stefano Ceccanti, deputato del Partito Democratico e presidente del Comitato parlamentare per la Legislazione.
Come mai il tavolo è saltato, quando tutti si aspettavano il Conte ter?
Non ho informazioni dirette, però posso dire che il tavolo si reggeva su un punto di equilibrio: il mantenimento della Presidenza del consiglio Conte in cambio a concessioni molto forti sulle policy a Renzi. Italia Viva, però, ha ritenuto le proposte fatte non equilibrate rispetto alla propria disponibilità a non presentare un veto contro Conte.
Poi, non avendo assistito di persona, non saprei dare un giudizio sulle ultime trattative. A me sembra che ci siano state rigidità reciproche. Per esempio, da parte del Movimento 5 stelle, l’idea di presentare il ministro Alfonso Bonafede come vicepresidente del consiglio non mi è sembrata particolarmente felice. Va ricordato come proprio sulla sua figura si siano arenate le ultime speranze del Conte II in Aula. Inoltre, rispetto alla forza politico-parlamentare, le modalità e i toni usati da Italia Viva mi sono parsi sproporzionati.
Come spiega ai cittadini questa crisi?
Più che della crisi, parlerei dei fatti. A cittadini importa che la programmazione e l’impatto dei fondi europei siano fatti bene perché il Next Generation Eu è l’occasione per rifare l’Italia. Il nuovo governo sarà in grado di farlo? La guida di Mario Draghi, secondo me, dovrebbe essere rassicurante per tutti. Secondo me è l’uomo giusto.
Il Movimento 5 Stelle ha dichiarato che non appoggerà un governo tecnico…
Io sono convinto che più della metà dei parlamentari del Movimento 5 Stelle sarà disponibile.
Non è che volevano fare intendere che sosterrebbero Draghi solo in caso di governo politico?
Vedremo cosa farà l’ex capo della BCE. Io penso che sia molto positivo se il Movimento 5 Stelle voterà a favore del governo Draghi, comunque sia composto. Anche perché, se vogliamo immaginare un futuro comune per PD e grillini, questo passa anche per un voto comune sulla fiducia al nuovo governo.
Essere a favore di un governo tecnico pensa possa essere impopolare? Draghi somiglia più a Monti o a Ciampi?
C’è un paragone diffuso e sbagliato che riguarda questa possibile esperienza di governo. C’è un parallelismo implicito con il governo di Monti che, diversamente da Draghi, era purtroppo chiamato a fare tagli drammatici. Oggi, fortunatamente, c’è un problema diverso: fare debito “buono”, sostenuto dall’Europa, per dare un futuro al Paese. In questo momento siamo in una condizione molto più favorevole: siamo in un altro mondo. Direi che Draghi è più simile a Ciampi che a Monti, però, rispetto a quanto accadde nel 1993, la situazione è ancora più favorevole, se le risorse saranno sfruttate nel modo giusto.