Niente spostamenti tra Regioni e lockdown in zone rosse fino al 27 marzo. Queste le indicazioni del primo decreto sull’emergenza coronavirus firmato da Mario Draghi. Il rigore è stato il criterio adottato per mettere in campo le nuove misure, che di fatto segnano il definitivo stop alla stagione sciistica, inaspettato per imprenditori e addetti del settore.
La fine del divieto di spostarsi per tutte le Regioni era previsto per il 25 febbraio, ora esteso fino agli ultimi giorni di marzo. Rimane la possibilità di rientrare nella propria residenza, domicilio o abitazione. È vietato anche muoversi tra zone gialle, che al momento hanno meno restrizioni e ritorna l’obbligo dell’autocertificazione.
Le limitazioni negli spostamenti sono state decise sulla base delle indicazioni degli scienziati, che hanno ribadito la necessità di bloccare la circolazione delle persone per arginare la diffusione dei contagi.
Il nuovo decreto, però, ha anche introdotto nuove misure, come il divieto, nelle zone rosse, di spostarsi in abitazioni private, tranne in casi di “comprovate esigenze” (lavoro, necessità e salute). Qui si potrà uscire solo per fare attività fisica vicino casa, ma non per andare da amici o parenti.
In zona gialla o arancione, invece, rimane la possibilità di spostarsi una sola volta al giorno verso altre abitazioni dalle 5.00 alle 22.00. Nelle zone gialle ci si può muovere all’interno della stessa regione, mentre in quelle arancioni solo nel proprio comune. Gli spostamenti prevedono sempre un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni e le persone conviventi disabili o non autosufficienti.
Nelle zone arancioni, per i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, è confermata la possibilità di spostarsi anche verso comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini.
Quando scadrà l’attuale decreto il governo deciderà sulle possibili riaperture. Il sistema delle fasce probabilmente sarà confermato, così come il parametro per determinarle: zone rosse e lockdown locali saranno decisi direttamente dai presidenti di regione, in caso di aumento dei contagi.