«Nello stabilimento della Catalent di Anagni, in provincia di Frosinone, ci sono 29 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca pronte per essere spedite nel Regno Unito». È quanto riporta il quotidiano La Stampa a seguito dell’ispezione dei Nas (il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute) avvenuta nella fabbrica laziale lo scorso fine settimana. Il controllo è stato ordinato da Palazzo Chigi su richiesta della Commissione Europea, preoccupata per quelle che il vicepresidente Valdis Dombrovskis definisce «forti inadempienze» della casa farmaceutica verso l’Unione Europea.
Se AstraZeneca era già entrata nel mirino delle istituzioni comunitarie dopo il taglio, annunciato a inizio mese, di 90 milioni di dosi verso l’Ue, la sorveglianza si è fatta ancor più stringente in seguito alla visita del commissario europeo Thierry Breton nello stabilimento AstraZeneca di Leida, in Olanda; stabilimento che, secondo fonti dell’Unione, avrebbe inviato le dosi di vaccino finora prodotte (circa 6 milioni al mese a partire da settembre) direttamente al Regno Unito; questo almeno fino al 1 febbraio, quando l’Unione Europea ha bloccato l’esportazione delle dosi di AstraZeneca prodotte in Europa verso i Paesi extracomunitari, tra cui anche la Gran Bretagna, proprio nell’intento di tutelarsi contro ulteriori ritardi e violazioni contrattuali da parte dell’azienda.
Dei flussi di vaccino successivi al 1 febbraio prodotti nello stabilimento olandese si sono però perse le tracce, e questo ha indotto il commissario francese a chiedere alle autorità italiane di svolgere un’indagine presso il centro di Anagni.
I lotti ritrovati, di cui l’Ue non era a conoscenza, risultavano “destinati al Belgio”. Per Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo si tratta di manovre sospette: «AstraZeneca sta immagazzinando decine di milioni di dosi pur non rispettando i contratti con l’Unione. Questo è inaccettabile» ha commentato su Twitter.
Dopo la scoperta dei lotti l’azienda farmaceutica ha comunicato attraverso una nota che di 29 milioni di dosi, 16 sarebbero destinati all’Unione Europea e in attesa di rilascio del controllo qualità, mentre i restanti 13 milioni sarebbero destinati al programma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità denominato “Covax“. Si tratta di un programma internazionale pensato per assicurare un equo accesso al vaccino contro il Covid-19 per i Paesi più poveri del mondo (finora hanno ricevuto dosi Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio e Colombia; si prevede una distribuzione di 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021). Programma a cui l’Unione Europea ha aderito a settembre.
Nel comunicato di AstraZeneca si legge anche che «Al momento non sono previste esportazioni oltre ai paesi Covax e – in aggiunta – che il vaccino è stato prodotto al di fuori dell’Unione Europea e portato nello stabilimento di Anagni per essere riempito in fiale».
Si attendono ulteriori indagini e sviluppi per chiarire la vicenda.