«Non voglio far morire la mia speranza». Bobo, i discussi cartelloni immobiliari di Roma Nord, non li ha ancora visti. Muoversi dal suo rifugio all’ombra di Porta Pinciana è impossibile. Da sette anni vive su una sedia a rotelle e il dolore è costante.
A poche centinaia di metri da lui, i marciapiedi sono decorati dalla campagna pubblicitaria di un’agenzia immobiliare romana. “Ciao povery”, “Solo per chi ha il maggiordomo”. Bobo vorrebbe vederle e preoccuparsene. «Io sono povero, eppure non ho scelto di esserlo».
Originario della Moldavia, è in Italia dal 1992. I lavori erano saltuari, solo qualche pulizia ogni tanto, finché nel 2002 non ne ha più avuto traccia. Le richieste per una casa popolare si sono accumulate negli anni, ma per Bobo nessuna risposta. «Come faccio a pagare l’affitto di una casa popolare se non ho un reddito?».
Un paio di volte a settimana i volontari delle associazioni portano a lui e sua moglie vestiti e cibo. Nessun’assistenza sanitaria però. Bobo si scopre le gambe per massaggiarle, mentre la moglie tiene la mano dolorante al caldo e si aiuta a lavarsi con l’altra. «So che almeno Dio mi aiuterà». Nel ripescare dagli strati di coperte un cappellino rosso, la fede ortodossa si intreccia con il suo amore per il Natale.
L’assessore alle politiche sociali e pari opportunità del Municipio II, Gianluca Bogino, lo conosce bene. «Ho trovato la campagna di cattivo gusto, manda un messaggio sbagliato e rievoca l’idea che questa sia una parte snob di città. Nonostante i senzatetto siano meno che negli altri quartieri di Roma, il problema c’è anche in questo Municipio. In particolare, la zona più interessata è quella delle Mura Aureliane lungo Corso d’Italia.»
Proprio in questi giorni, in via Aldovrandi 12, il Municipio ha aperto un centro di accoglienza per i senza dimora nel periodo notturno. Il centro opererà a partire da dicembre 2021 e durante i primi tre mesi del 2022. L’iniziativa fa parte del “piano freddo” che comprende anche un’unità di assistenza in strada.
«In questi giorni stiamo preparando il bilancio e tra le maggiori richieste ci sono fondi ulteriori per questo tipo di progetti. Uno dei problemi del “piano freddo” è che si limita a tamponare la situazione attuale. C’è invece bisogno di implementare i servizi di presa in carico a lungo termine di queste persone, non solo in momenti di emergenza», conclude l’assessore.
Della stessa idea è Anastasia Vasapollo, responsabile della comunicazione dell’associazione Nonna Roma, che tutti i giorni si occupa di contrastare povertà e diseguaglianze economiche e sociali, in tutti i Municipi. «A Roma sono 17 mila le persone che sono costrette a vivere su un marciapiede o in accampamenti informali. Quest’anno abbiamo anche aperto un dialogo con le istituzioni in modo da superare le situazioni di emergenza e poter seguire queste persone tutto l’anno».
«Lo sgomento nasce dal girare per strada dal vedere questo cartellone che per noi è vergognoso, lo abbiamo visto come un insulto verso le persone che seguiamo. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare un esposto allo IAP (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria)». L’obiettivo di Nonna Roma è lottare contro la visione stigmatizzata del povero che chiede aiuto. Nel periodo del post-covid le fasce marginali della società hanno inglobato nuovi tipi di persone che prima non erano in difficoltà, i nuovi poveri. Alla ricerca di una speranza che, come Bobo, non vogliono perdere.