La proprietaria del ristorante Firenze, nel centro di Torino, era disperata: dai tavoli erano spariti quasi tutti i tovaglioli. Erano gli anni Settanta e un cliente speciale, Gustavo Adolfo Rol, frequentava il locale. «Con la forza della mente agitava in aria una matita che scriveva da sola» ricorda oggi Giovanna Catzola, all’epoca cameriera. «Ha disegnato anche il mio nome su un tovagliolo, proprio davanti ai miei occhi. Era straordinario. Tutti i clienti si infilavano in tasca un ricordo».
Il gentiluomo piemontese elegante e colto, che aveva collezionato tre lauree, era pittore e antiquario, suonava il pianoforte e il violino e si intratteneva con Federico Fellini, Alberto Sordi e Vittorio Gassman, con Giovanna amava scherzare. Quando si toglieva il cappello «Non riuscivo a sollevarlo, pesava almeno cento chili. Glielo dicevo, e allora lui rideva e lo alzava come una piuma», invece dopo aver ordinato il solito piatto di hamburger burro e salvia «Scatenava una danza di stuzzicadenti sul tavolo, e così non riuscivo a servirlo finché non si rituffavano nel salino». Rol era giocoso anche quando scaraventava tazzine e orologi contro le pareti. Gli oggetti attraversavano i muri e si sistemavano integri e ordinati sulla credenza della sala accanto, tra lo stupore dei presenti.
Nella bottega del restauratore Carlo Cavallo, Rol esprimeva invece la passione per l’arte. Affascinato dalla storia di Napoleone, l’antiquario aveva recuperato «grazie alle indicazioni ricevute in sogno da un capitano dell’esercito» una carrozza abbandonata dall’Imperatore a Marengo nel 1805 e poi trasformata in un pollaio. A Carlo, l’unico che lo guardava dritto nei bellissimi occhi azzurri, Rol ha insegnato i segreti del mestiere e ha regalato un cavalletto del pittore Antonio Fontanesi, ricevuto a sua volta in dono dal padre. «Non aveva prosopopea, anzi aveva il dono di condividere».
Nonostante le possibilità soprannaturali e gli esperimenti di Rol siano stati messi in dubbio da Piero Angela e dal CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), Mariella Balocco, amica di famiglia, non ha dubbi sul fatto che «La comprensione di Gustavo andava ben oltre lo stupire con gli esperimenti e il prevedere il futuro, perché era rivolta a risolvere problemi quotidiani e umani». Con sguardo generoso, Rol si adoperava per sollevare dal malessere chiunque incontrasse. Lo ha fatto durante la Seconda Guerra Mondiale a San Secondo Pinerolo, suo paese di nascita, quando ha eseguito per gli ufficiali tedeschi alcuni esperimenti in cambio della vita dei partigiani prigionieri. E lo conferma Giovanna: «A vent’anni, temevo di non avere figli. Rol ha letto il mio turbamento e mi ha detto che a ventisei anni sarei diventata mamma. Sei anni dopo la nostra conversazione, è nato Alessandro». C’è solo una cosa che Rol non ha anticipato a Giovanna: la squadra vincitrice dei Mondiali del 1978. Del resto, non è così strano che l’uomo che univa in sé passato e futuro comprendesse più di chiunque altro l’importanza di vivere il presente.