Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Gennaio 14 2022
I podcast, prateria del giornalismo

Gerardo Greco, gruppo GEDI, al Master di giornalismo Luiss

«Per voi si aprono praterie attraverso i nuovi format che avete a disposizione». Conclude così, Gerardo Greco, la sua lezione agli studenti della scuola di giornalismo Luiss: un messaggio di speranza per una professione che sembra priva di prospettive. 

Giornalista, conduttore, ex direttore di Radio Rai e Radio 1, corrispondente da New York per il TG2, Gerardo Greco porta la sua esperienza ai giovani in un seminario incentrato sul mondo dei podcast e dei nuovi media. Con lui anche Luca Piras, autore del podcast di Repubblica di cui Greco è conduttore, Metropolispenna dell’Huffington Post e co-conduttore di La versione di Greco

Il mondo dei podcast

I podcast sono contenuti audio originali, solitamente di natura seriale a episodi, che sono resi disponibili on demand su internet. La maggior parte di essi è soltanto audio, ma spesso possono essere accompagnati anche da video: «questo rende il podcast una piccola macchina di produzione di contenuti. Ti permette di fruire il formato video, mettere degli estratti sui social o scrivere un pezzo cartaceo in merito a ciò che accade in puntata». 

Gerardo Greco mostra le principali regole non scritte per chi vuole entrare nel mondo dei podcast: avere una visione del mondo da comunicare, una chiave originale per portarla al pubblico in poco più di venti minuti, ma soprattutto «saper raccontare». 

«Il podcaster è più uno scrittore e content creator che un giornalista: deve saper giocare di fantasia. Lasciate andare le vostre idee e date spazio alla notizia, alla persona o all’argomento di cui si parla, sapendolo spiegare al lettore in maniera originale». 

Cosa cambia

Il sapersi distinguere e saper raccontare è fondamentale in un mondo dove tutti, grazie ai social, sembrano poter fare giornalismo. Internet ha portato a un cambiamento netto non solo del modo di fare giornalismo, ma anche del bacino di utenze: «Si producono talmente tanti contenuti che pensare di rivolgersi solo a una persona è riduttivo: l’utente è sconfinato» commenta Piras portando il discorso sui nuovi media. «Siamo in un momento di passaggio. Abbiamo “platee” piene da dover riempire». 

Cosa non cambia

«I telegiornali fanno pezzi che sono uguali a quelli di vent’anni fa: secondo me stanno perdendo tempo». Una critica a chi non sta aggiornando il proprio linguaggio e i proprio contenuti a quello che oggi il pubblico vuole, «eppure continuano ad avere tantissimi ascolti». Gerardo Greco cerca di capire, coinvolgendo attivamente la classe, cosa piace oggi ai giovani, cosa sono abituati a guardare e quali format seguono in televisione, radio o cartaceo. Sa che è l’occhio attento alle nuove generazioni che può aiutare il giornalismo a crescere: «bisogna essere bravi nel capire cosa piace al pubblico, senza alimentare scontri o polemiche solo per fare audience».

Leggi anche: Giornale radio del 12 gennaio 2022