«Certe notizie è meglio riceverle da sedute. Grazie Amadeus, ci vediamo il 5 febbraio». Con la solita ironia che la contraddistingue, Sabrina Ferilli commenta così sui social la sua co-conduzione nell’ultima serata del festival di Sanremo.
Quest’anno torna all’Ariston per la terza volta. La prima fu nell’edizione del 1996, quando affiancò Pippo Baudo insieme alla modella argentina Valeria Mazza. Nel 2012, invece, tornò come ospite di Gianni Morandi durante la quarta serata, indossando uno splendido abito ceruleo in chiffon, rimasto impresso nella mente. Per l’occasione, espresse tutta la sua romanità intonando una versione adattata di “Roma nun fa la stupida stasera”. Un amore, quello per la capitale, che non la abbandona mai, tanto da renderla, nell’immaginario comune, l’attrice simbolo della città.
Nella sua carriera, ha conosciuto il successo del grande schermo con La bella vita di Paolo Virzì, per il quale ha vinto il suo primo Nastro d’argento. Candidata per quattro volte al David di Donatello, ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui sei Ciak d’oro, un Globo d’oro e sei Nastri d’argento. Attrice poliedrica e in grado di calarsi nei ruoli più disparati, si è divisa tra cinema e teatro, senza mai negarsi a quelle produzioni televisive che l’hanno fatta entrare nel cuore del grande pubblico.
«Mai stata snob. Ho un approccio nazional-popolare, divoro ore di televisione. Vengo dal cinema d’autore, vado ovunque». Anche a Sanremo, che si chiude con la sua simpatia e la sua professionalità.
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