Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Febbraio 14 2022
Super Bowl: «Prima o poi Cincinnati farà la storia»

Dopo trentadue anni di attesa, la città dell’Ohio ha vissuto da protagonista la partita più importante dell’anno. Non è andata come i tifosi si aspettavano.

“The Banks” è vuoto, sono rimasti solo i bicchieri di plastica. «Eravamo vicini, la loro difesa si è dimostrata troppo forte. Ora torniamo a casa, almeno domani non si deve andare a lezione». «Con Joe Burrow non dovremo aspettare altri trentadue anni per vedere un altro Super Bowl» concordano i due ragazzi.

Craig Wellens e Colton Kline, cresciuti a Cincinnati e tifosi Bengals, non avrebbero mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato. «Dopo la scorsa stagione, quest’anno i bookmakers di Las Vegas pagavano 125 ad 1 la possibilità di andare ai playoff. Essere qui e guardare la partita tifando è già tantissimo per noi» racconta Colton, che non si è risparmiato una puntatina per rendere più interessante il suo pomeriggio.

Migliaia di persone si erano radunate in strada. “The Banks”, centro riqualificato di Cincinnati lungo il fiume Ohio, è uno dei posti prescelti dagli abitanti del posto per incitare la squadra non dovendo soffrire in solitaria.

Il cinquantaseiesimo Super Bowl tra Los Angeles Rams e Cincinnati Bengals inizia. Sulle sponde del fiume, con le temperature mai sopra gli zero gradi, una grande macchia arancione si era iniziata a formare intorno al maxischermo dalle undici di mattina. Il lunedì dopo la partita tutte le scuole della zona e molti uffici saranno chiusi per dare a tutti la possibilità di guardare in pace la partita.

I Bengals la scorsa stagione avevano vinto solo quattro partite, da trentadue anni non vincevano una partita dei playoffs e quell’anno coincise anche con l’ultima apparizione al Super Bowl. A portar lustro allo stato dell’Ohio, per quanto riguarda il football, ci hanno pensato nel 1961 i Cleveland Browns. Una data che in pochissimi nello stato del Midwest ricordano. Le ultime vere gioie sportive a Cincinnati sono arrivate con il Baseball, dove i Reds hanno vinto sei titoli, l’ultimo però nel 1990. «Sarebbe forse più importante del titolo vinto da Lebron James a Cleveland nel basket, anche perché Cincinnati è un market piccolissimo nel panorama NFL», aggiunge Colton.

Dall’altro lato Los Angeles bussa alle porte del successo ormai da anni, dopo aver perso il Super Bowl del 2018 e aver sfiorato di tornare a giocarci negli anni successivi. Ad una linea difensiva granitica, si aggiunge il braccio del quarterback Matthew Stafford e le corse disorientanti dei ricevitori, Cooper Kupp e Odell Beckham Jr. I favoriti per l’incontro erano chiaramente loro, anche perché il Super Bowl LVI si giocava a Los Angeles, nello stadio di proprietà dei Rams.

I Bengals vincono il lancio della moneta e decidono di partire per primi in difesa. Lo sguardo del loro QB, Joe Burrow, venticinque anni nativo dell’Ohio, è quello di un prescelto del gioco. In giro per “The Banks” le maglie numero nove non si contano e sono tanti i ragazzi che hanno comprato copie di finti occhiali Cartier simili a quelli che è solito indossare lui. «Non so se riusciremo a vincere ma avere JoeyB mi fa stare più tranquillo» scherza Craig. Il QB degli arancioneri è tornato questa stagione dopo la rottura del crociato e, insieme al kicker, Evan McPherson, ha messo a segno le giocate più importanti di questi playoffs, associando un talento eccezionale ad uno “swag”, come dicono negli Stati Uniti, unico.

La stagnazione degli attacchi dura per grandi tratti della partita. «Abbiamo bisogno di un po’ di magia da parte di Burrow». Detto fatto. Il quarterback in maglia arancionera a suon di lanci, che sembrano aeroplanini di carta telecomandati, porta i Bengals a giocarsi l’ultimo quarto in vantaggio. Dopo uno di questi lanci, che porta a pochi passi dal touchdown la squadra dall’Ohio, l’entusiasmo nel centro di Cincinnati era tangibile. Un ragazzo saliva su un albero, un altro si toglieva una scarpa usandola come pinta di birra, centinaia di bicchieri pieni lanciati in aria. «Ora dobbiamo solo crederci, sono finiti» urla Colton.

Non andrà così. I Rams recupereranno e nei minuti finali, lasciando pochissimo tempo a Burrow per riorganizzare l’attacco e sperare nella vittoria. Come ne “Il Paradiso può attendere”, storico cult con Warren Beatty e Julie Christie, sono i Rams a trionfare, portando il primo titolo nella città di Los Angeles per quanto riguarda il football. Per Cincinnati il paradiso dovrà attendere ancora.