Più di venti ore in piedi, all’aperto, senza muoversi per non perdere il posto. Lo fareste per un orologio? La risposta è stata affermativa per molti giovani che, tra venerdì 25 e sabato 26 marzo, si sono accalcati davanti ai punti vendita del marchio Swatch, pur di accaparrarsi uno degli undici modelli della collezione Moonswatch nata dalla collaborazione con Omega, l’azienda svizzera specializzata in orologi di lusso, e ispirata a quelli indossati dagli astronauti durante lo sbarco sulla Luna di 50 anni fa.
«Mi sono messo in fila alle tre di notte. Il clima era saturo di tensione. La gente era sveglia da ore». Emilio ha venticinque anni, ha iniziato da poco la pratica forense e coltiva una passione per gli orologi. «Lo store avrebbe aperto alle 10. All’entrata un ragazzo aveva preparato una lista in base all’ordine di arrivo e ogni mezz’ora faceva l’appello, chi non rispondeva veniva depennato. Io ero il centonovantasettesimo e sono riuscito a entrare solo verso l’ora di pranzo di sabato». L’intenzione di Emilio, come di molti altri, è quella di rivendere l’orologio a un prezzo maggiorato. «L’ho acquistato per 250 euro e sono riuscito a rivenderlo, poche ore dopo, a mille euro. È valsa la pena fare tutte quelle ore di fila, anche se in più di un’occasione ci sono state accese discussioni tra le persone in attesa».
Una tensione che a Napoli, nel pomeriggio del 25 marzo, è sfociata in rissa. Secondo Sabina Pagnano, capitano della polizia municipale che è intervenuta per fermare la colluttazione, «Nel primo pomeriggio di venerdì si era cominciata a formare la fila davanti al negozio Swatch di Piazza Trieste e Trento, in attesa del via alla vendita degli orologi previsto per la mattina successiva». La coda era gestita in autonomia dagli altri acquirenti ma il tentativo di alcuni di immettersi senza rispettare l’ordine ha scatenato reazioni violente. La rissa ha coinvolto un gruppo di giovani che si sono scontrati servendosi anche di caschi da moto, per poi dirigersi verso lo storico bar Gambrinus di Piazza del Plebiscito. «Erano due o tre contro un ragazzo. Sono entrati e hanno spaccato delle stoviglie. Uno è stato ferito, la polizia lo ha soccorso e scortato in ospedale. Gli altri sono scappati» ha riferito Antonio Sergio, titolare dell’attività. Una reazione giudicata da alcuni inspiegabile, dato che la stessa Swatch ha chiarito che gli undici modelli Moonswatch torneranno presto disponibili nei punti vendita.
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Nonostante la frequenza con cui episodi del genere si sono verificati, il reselling è un fenomeno che negli ultimi anni è diventato sempre più popolare tra i giovani, soprattutto tra gli appassionati di streetwear di grandi marchi come Nike, Adidas, Supreme, North Face. Per entrare nel giro delle rivendite è sufficiente mettere insieme una piccola somma di denaro e informarsi sui prossimi articoli in uscita, che possono essere scarpe, giacche, sneaker o orologi dei marchi in trend al momento. Per essere sicuri di accaparrarsi almeno uno degli articoli, spesso in edizione limitata, bisogna essere disposti ad attendere ore davanti ai punti vendita, oppure a ingaggiare, dietro pagamento, dei bot in grado di acquistare in contemporanea più pezzi sugli store online. Gli elevati margini di profitto assicurano che il tempo e il denaro sono stati ben spesi.
«Se ti sai muovere, puoi arrivare a fare anche mille euro al giorno» dice Andrea che, a 21 anni, oltre a studiare economia a Cosenza, si occupa di rivendita di sneaker. «Ho iniziato a ottobre e ho guadagnato in media mille euro al mese, anche se resta un’attività abbastanza variabile: in quattro settimane si possono guadagnare oltre tremila euro, in altri casi capita di riuscire a vendere un solo paio di scarpe in tre mesi. Se le prospettive sono queste, tra poco potrei rientrare in un margine di cinquemila euro e aprire una partita Iva».
Siti appositi aiutano i reseller a individuare le date di uscita degli articoli in edizione limitata. Uno dei più famosi è BlckMonitor che, per trenta euro al mese, fornisce le ultime tendenze e aggiornamenti sui prodotti. Tra i siti di reselling spicca StockX, “il marketplace dei Trend”, nato negli Stati Uniti come piattaforma di e-commerce per la compravendita di sneaker, oggi vi si trovano anche vestiti, elettronica, collectible, carte collezionabili e accessori. In linea con il motto “Noi non facciamo il prezzo, tu lo fai”, Stock X funziona come un mercato azionario in cui i prezzi dei beni vengono stabiliti live sulla base del valore reale del prodotto, determinato dall’interazione tra proposte di vendita e offerte di acquisto. La piattaforma ha venduto, solo nel 2020, merce per un valore totale di 1,8 miliardi di dollari. Il 70% dei suoi clienti sono under 35 e l’Italia si trova al quarto posto tra i mercati principali. «È un ambiente molto competitivo e poco prima dell’uscita di nuovi prodotti c’è sempre molto nervosismo – commenta Andrea – ma penso di continuare a portare avanti questa attività in parallelo con lo studio. È diventato un lavoro a tutti gli effetti».