«Ricordo quando a sei anni, uscendo dalla piscina, ho visto un ragazzo con una felpa con le spade incrociate sulla schiena. Ero un bambino appassionato di Zorro, dei Tre Moschettieri: è così mi sono innamorato della scherma.»
Nicolò Bonaga conosce la pedana sin da piccolo. Oggi, a soli vent’anni, può già vantarsi di essere campione d’Italia di serie B1. «Adesso andremo nella categoria A2. Per noi della Scherma Treviso è un riconoscimento altissimo.»
Nicolò riempie il petto d’orgoglio per la vittoria da poco conquistata. Un riconoscimento che gli varrà il volo diretto per Dubai, ai Mondiali di Scherma il prossimo 8 aprile. «Sono gasatissimo, ho un’energia in corpo enorme e tantissima voglia.»
La stoffa del campione non gli manca: determinazione, dedizione e passione. Terzo posto ai campionati italiani under 23 e sesto alla coppa del mondo di Udine, non si è fermato nemmeno durante la pandemia.
«Il nostro vicino di casa è meccanico. Ci ha prestato un copertone che legavo con una corda e facevo finta che fosse una sagoma e provavo a colpirlo. Papà, invece, si era messo un giubbotto salvagente, un telone sul braccio e facevo pratica con lui, nonché lezioni teoriche online, per mantenere l’allenamento.»
Con il padre condivide la passione per la scherma e tante ore trascorse insieme in auto. Da Castel Franco a Treviso la macchina era il luogo di comunione e condivisione, ma anche di dubbi e incertezze «quando ero affaticato e stressato per la scuola, mi chiedevo sempre ‘Ne vale la pena? Ne vale la pena fare aventi e indietro?’ La risposta era sempre positiva.»
La spada non abbandona Nicolò nemmeno in scena. Studente, sportivo e anche attore, metterà in scena Cyrano de Bergerac, l’opera di Edmond Rostand, a fine aprile con la compagnia del teatro LUISS.
«Io sarò il Marchese De Guiche, sarò l’antagonista di Cyrano che si innamora di Roxane. Nonostante la mia corte continua e appassionata, lei non accetta il mio amore. Tra una serie di gag amorose quest’anno riuscirò a duellare persino in scena.»
Come un vero ‘maestro d’armi’, Nicolò insegna agli attori della compagnia a tirar di spada, con movimenti precisi ed eleganti, da inserire in una coreografia tra la danza e gli aggressivi duelli della finzione teatrale. «Li ho messi in guardia, come si dice in gergo» ride di gusto.
«Anche al liceo recitavo e quando abbiamo fatto l’Odissea ero tra i Proci e inscenavamo il duello finale.»
Una passione che come un fil rouge ripercorre la vita di Nicolò. La spada come compagna di avventure, battaglie, scontri, duelli amorosi e simbolo di grinta e libertà, come Cyrano.
Nicolò adesso si allena per i Mondiali, ma anche per il teatro, dove dovrà inscenare la sua sconfitta: «non si può vincere sempre!».
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