Un pagliaccio si guarda allo specchio. Si trucca assorto, pensa di essere lo spettacolo. Poi si gira, si guarda intorno e si rende conto di essere lo spettatore: ride e piange delle miserie e delle bellezze del mondo e delle persone che lo animano. La realtà ribaltata, sottosopra, il gioco dei contrari che rimette le cose a posto.
È il carnevale. Una tradizione che a Viareggio va avanti da 150 anni. Dalle carrozze del martedì grasso in via Regia, nella zona vecchia della cittadina toscana, alle costruzioni di legno dei maestri d’ascia e calafati – i carpentieri navali della Darsena viareggina – fino alla rivoluzione della cartapesta che, con la sua leggerezza, è alla base del gigantismo e della fluidità di movimento attuali.
Un cantastorie si è fatto carico di questa storia, si fa strada tra la folla che anima i viali a mare con il suo carrozzone. Tra le mani una fisarmonica, in mezzo alle gambe il fedele cane Salù: canta il passato e il presente della manifestazione viareggina. Dai suoi bauli escono incontenibili pezzi delle costruzioni che hanno fatto la grandezza del carnevale.
Ma non c’è solo la celebrazione di sé stesso quest’anno in sfilata a Viareggio. Il carnevale non dimentica di farsi testimone del proprio tempo. Un grande scimmione avanza minaccioso e imponente a rappresentare l’involuzione dell’uomo che si materializza nei conflitti bellici. Dietro di lui, piccolo e fragile, il palazzo di vetro dell’Onu, simbolo del fallimento della diplomazia. Uno sciamano dirige un rito collettivo per esorcizzare gli ultimi anni, l’individuo-minotauro cerca il filo della propria umanità perso nel labirinto della contemporaneità.
Assenti gli esponenti politici. Ma non è un capitolo chiuso, quello tra la satira e il carnevale: il vecchio re burlone rimane in paziente attesa di tempi migliori, quando i protagonisti del potere torneranno a manifestare una nuova rilevanza, guadagnandosi un posto d’onore in sfilata sui viali viareggini.
Di seguito alcune foto delle costruzioni dell’edizione del 2023
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