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Esclusiva

Febbraio 16 2023
Una canzone dei Pooh può cambiarti la vita

Nicola Conversa, regista del documentario sulla mitica band italiana, racconta la sua storia da Youtube a Rai 1

«Eravamo solo dei ragazzi quando abbiamo caricato il nostro primo video su Youtube. In una sola notte ha fatto 100 mila visualizzazioni, numeri inimmaginabili per l’epoca. Così ho capito che quellapoteva essere una strada possibile. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un regista».

Una passiona totalizzante sin dall’infanzia quella del regista Nicola Conversa, famoso tra i giovani, in particolare della generazione Z, per essere stato il fondatore del gruppo di Youtuber i Nirkiop. «La scrittura era radicata in me. Ho sempre amato i fogli a righe, non a quadretti».

Dalla cameretta alla grande tv. I video dei Nirkiop raggiungono milioni di visualizzazioni e quando nel 2019 creano il cortometraggio autoprodotto Mezzanotte zero zero, finisce addirittura nella cinquina ai David di Donatello «Era inimmaginabile, lì ho realizzato che la regia poteva diventare un mestiere di cui potevo vivere».

Nicola Conversa – Mezzanotte Zero Zero

Tante collaborazioni importanti, come la serie internazionali con Disney e poi spot pubblicitari di tutti i tipi. Oggi è lui il regista scelto dalla One more picture, per dirigere il docufilm sui Pooh, Un attimo ancora, trasmesso su Rai 1 il 15 febbraio.

Pooh, un attimo ancora

«È la storia di Greta, un’aspirante regista che, mentre sta realizzando un documentario sull’amore, si trova a intervistare Olivia, un’anziana vicina di casa, che le confessa che per lei l’amore è il bacio che ha dato durante un concerto dei Pooh. Greta i Pooh, a vent’anni, non li conosce e decide così di spostare il focus del documentario sull’amore dei fan per la famosa rock band». Le proprie vicende personali finiscono con l’intrecciarsi con il tessuto narrativo delle diverse canzoni, in tal modo raccontando il grande romanzo dei Pooh.

Il docufilm, infatti, è un alternarsi di narrazione, interviste e musiche della band che scandiscono i vari momenti come una colonna sonora che accompagna lo spettatore in ciò che sta vedendo, sulla base di una strutturazione simile a un musical, «ma senza balletti», scherza Nicola.

Greta intervista i Pooh con gli occhi di una giovane regista, che in realtà celano quelli di Nicola. Da dietro la telecamera, cerca, con la sua curiosità, di capire i Pooh e di portarli al pubblico in una veste nuova. «Sono fiero di averli raccontati così, non solo perché è molto nel mio stile, ma anche perché ho cercato di mostrare ai fan i Pooh come non si sono mai raccontati prima, con aneddoti nuovi o poco conosciuti».

«Un bacio, una canzone, possono cambiarti la vita», rivela Olivia, rispondendo così alla domanda che Roby Facchinetti aveva posto ai suoi fan al festival di Cannes: “Può una canzone dei Pooh cambiarti la vita?”.

Nicola Conversa – trailer Pooh, un attimo ancora

«È partito tutto da quella domanda. Abbiamo ricevuto più di 400 video di fan che spiegavano come i Pooh avessero cambiato la loro vita, in tante e diverse circostanze, come quelle persone che hanno ascoltato le loro canzoni mentre facevano la chemio per darsi forza. Abbiamo deciso di mettere i fan nella narrazione perché è questa la vera trama: la storia d’amore tra i Pooh e i loro fan, ma anche la grande storia d’amore tra i componenti della band, perché più che amici erano questo, con i loro battibecchi, discussioni, ripensamenti».

Una fiction collegata da un bacio, una storia che parla di amore e di uno dei più grandi gruppi rock italiani.

«Una band che dura cinquant’anni in Italia non si era mai vista. I Pooh avevano 40mila persone davanti al duomo di Milano in un’epoca in cui non c’erano gli smartphone. Io credo che sia qualcosa di incredibile, è inspiegabile davvero!».

Oggi Nicola Conversa spera di poter dirigere un giorno un testo di qualche grande sceneggiatore e continua a scrivere e ad appassionarsi al suo lavoro: «io davvero non vado a lavoro, per me è come un parco giochi, mi diverto da morire in quello che faccio.

Non me la sento di consigliare niente a nessuno perché sono ancora agli inizi, ma se mi chiedi di parlare ai giovani gli direi quello che ho sentito dire anche da Sorrentino: “per fare film bisogna essere ossessionati” e allora ossessionatevi di ciò che fate, con umiltà, ma innamoratevi di ogni centimetro delle cose che girate».

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