Fase 1: Inizio dell’invasione (24 febbraio – 7 aprile)
Mosca punta alla conquista di Kiev dal giorno uno della guerra d’Ucraina. Da nord e da Est i russi cercano di stringere la città in una morsa, ma l’assedio fallisce. Errori logistici e terreno fangoso frenano i carri armati, mentre la resistenza ucraina infligge perdite devastanti agli occupanti. Il 7 aprile inizia il ritiro russo dal nord del Paese.
Fase 2: il fronte sud-est (8 aprile – 11 settembre)
L’area dei combattimenti si sposta nell’area a sud-est del Paese. La presenza di due repubbliche autoproclamate filo-russe a Est e della Crimea (già occupata nel 2014) a Sud rappresentano un vantaggio strategico per Mosca. A meridione cade Kherson e dopo un assedio di 97 giorni culminato nell’acciaieria Azovstal anche Mariupol è presa. A oriente gli ucraini perdono Kharkiv e Severodonetsk.
Fase 3: la controffensiva Ucraina (12 settembre – 9 novembre)
Nuove armi occidentali e superiorità strategica permettono a Kiev di riguadagnare oltre 500km di territorio nel giro di poche settimane. Il Cremlino è convinto che gli ucraini attacchino a Sud, ma l’attacco di Kiev parte da Oriente. L’esercito libera Lyman e Kharkiv, giungendo al confine con la Russia. Poi si concentra sul Sud del Paese fino a riconquistare Kherson a inizio novembre.
Fase 4: Stallo e riorganizzazione (10 novembre – oggi)
In crisi sul campo, la Russia inizia una campagna di attacchi massicci contro le infrastrutture ucraine per stremare la popolazione privandola di risorse come acqua ed energia elettrica. Nelle ultime settimane le truppe del Cremlino hanno compiuto alcuni progressi a Soledar e Bakhmut. Mosca arruola decine di migliaia di nuovi coscritti, mentre Kiev addestra molti dei propri soldati fuori dal Paese. Entrambi gli schieramenti accumulano armamenti e il Cremlino sembra intenzionato ad attaccare per primo.
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