Gli applausi scroscianti della folla e le voci di alcuni cittadini che urlano «Giustizia! Giustizia!» accolgono l’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Crotone, prima all’ospedale San Giovanni di Dio, poi al PalaMilone, dove giovedì 2 marzo le bare dei 67 migranti partiti dalla Turchia e morti nel naufragio che domenica 26 febbraio ha sconvolto la località balneare di Steccato di Cutro, occupano il pavimento di legno.
Un uomo tra la folla si rivolge così al Presidente: «un saluto da tutti noi calabresi, che ci sia giustizia per tutti questi morti. Si poteva evitare, signor Presidente, si poteva evitare!». Poi, l’ingresso del Capo dello Stato all’interno della struttura sportiva per rendere omaggio alle vittime del mare, subito dopo aver incontrato i 16 superstiti che sono ricoverati presso l’ospedale San Giovanni di Dio, ai quali il Presidente ha stretto la mano e ha rivolto parole di conforto. Per i bambini ricoverati nel reparto Pediatria, invece, Mattarella ha fatto recapitare alcuni pacchi pieni di giocattoli.
Al Palasport di Crotone, però, questa volta non ci sono stati né microfoni né telecamere a veicolare il cordoglio di Mattarella, né tantomeno un pubblico che lo ha ascoltato. Davanti alle bare, disposte in fila e accompagnate da corone di fiori e pupazzi di peluche regalati dai cittadini crotonesi, c’è soltanto l’espressione privata di un dolore forte e che si ripete troppo spesso. Al fianco del Capo dello Stato, c’è solo il Prefetto della città, Maria Carolina Ippolito, che si stringe a lui nell’omaggio commosso alle vittime del naufragio.
Oltre al Presidente della Repubblica, anche la neo-eletta segretaria del PD Elly Schlein si è recata in visita privata alla camera ardente per commemorare i migranti morti in mare.
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