Armonia • Zeta Numero 3 | Marzo 2023
Editoriale di presentazione di Alissa Balocco
Nella pratica musicale, l’armonia si distingue dalla melodia per un elemento fondamentale: il tempo. Nel comporre una melodia, il musicista fa attenzione a porre i suoni gli uni dopo gli altri, in successione. Al contrario, si ha un’armonia quando più note vengono combinate tra loro simultaneamente, le une sopra le altre. A determinare l’armonia, inoltre, concorrono tutta una serie di regole matematiche stabilite e tramandatesi nel corso dei secoli, fondamentali per definire il corretto accordo dei suoni fra loro.
L’armonia, per esistere, prevede dunque un plurale. È l’accordo di più parti ed elementi, una sintesi di elementi parziali che concorrono insieme all’elaborazione di uno strumento più complesso. Il primo concetto attraverso cui l’armonia si manifesta è legato all’ordine, alla buona logica: per questo, fin dagli albori della letteratura, con questo termine si è indicato il meccanismo che regola le vite dell’uomo, la matematica del cosmo.
La stessa che Dante, nella Divina Commedia, sembra sostenere nella descrizione del movimento dei cieli celesti. È l’armonia che temperi e discerni del Paradiso, espressione sia tecnica che musicale per indicare l’accordare (il temperamento) e il suddividere matematico (discernere) in riferimento alla teoria pitagorica. Tali speculazioni filosofiche offrono spunto, ancora oggi, a teorie in ambito fisico – come quella delle stringhe – che descrivono il comportamento delle particelle elementari dell’universo attraverso particolari simmetrie dello spazio.
Sul piano terreno, allora, l’umanità dentro di sé ha un moto armonico da scoprire. È ciò che si svela nel perfetto meccanismo dei movimenti degli atleti, o nel giusto accordo di un’orchestra. C’è chi cerca di recuperare l’armonia tra sé e l’universo attraverso i colori, con la cucina, o ancora, per mezzo della natura. Nella società odierna – colpita da nuove guerre e da una pandemia – ricercare l’armonia significa sempre più tendere verso un nuovo equilibrio: tra vita e lavoro, tra produttività e salute, tra Stato e persona.
Poiché, essendo consonanza di voci e di suoni, concordia di sentimenti e opinioni, l’armonia si oppone alla dittatura, al comando di un singolo sul tutto: presuppone un ascolto delle parti, il cui reciproco scontrarsi conduca ad esiti solo in positivo. È una questione matematica, pragmatica, più spirituale di quanto si pensi. Cercare l’armonia significa rifiutare il conflitto, se non quando si sa di poter raggiungere qualcosa di più alto. Ovvero quella stessa armonia che Dante vedeva riflessa nel movimento dei cieli celesti: quella dell’universo.