«Coco Chanel hated me… I can understand why!». Mary Quant sapeva di aver rivoluzionato il mondo della moda e di avere una concezione dell’eleganza e dello stile lontana anni luce da quella della stilista francese. Considerata la madre della minigonna e la stilista più influente della Swinging London, la Londra ribelle degli anni ’60, è morta a 93 anni nella sua casa di Surrey.
Sarà ricordata per il suo spirito anticonformista e per l’enorme contributo alla moda, che tuttora influenza. Le sue creazioni sono il simbolo di un’epoca di liberazione per le donne, unica fonte di ispirazione di tutte le sue opere. A partire dalla minigonna, che lanciò nel 1963, nonostante André Courrèges ne rivendichi il copyright da anni. «Non sono stata io a inventarla e non è stato Courrèges, ma la strada», disse Quant nel corso della sua vita.
Erano gli anni delle battaglie per l’emancipazione femminile, delle donne che volevano sentirsi libere di muoversi e mandare un chiaro messaggio di indipendenza dal controllo maschile sulle loro vite. C’erano i Beatles, le modelle e icone fashion Twiggy e Jean Shrimpton, la subcultura mod (da modernism, ndr.) e i movimenti per la liberazione sessuale. Luogo simbolo di quel periodo era King’s Road, a Londra, e proprio lì Quant aprì la sua boutique Bazaar, dopo aver imparato da autodidatta a dare forma alle sue idee rivoluzionarie.
Non solo minigonna
Mary Quant concepiva la moda come libera, ironica e pratica. Oltre alla minigonna, rese i collant colorati degli accessori alla moda, insieme agli stivali in gomma e col tacco largo. Lanciò i pullover a coste, i minidress in jersey, e gli impermeabili in pvc (polivinilcloruro, ndr.) e sdoganò moltissimi capi maschili, tra cui i gilet, che rese adatti anche alle donne.
Fu pioniera anche nel campo del make-up, tanto da lanciare, nel ’66, una sua linea di cosmetici che comprendeva anche il primo mascara waterproof. Usava colori audaci, ciglia finte e lunghe e lentiggini disegnate con la matita. Inventò anche la moderna trousse, dedicando spazi appositi a ogni singolo trucco.
Il suo bowl cut fece tornare di tendenza il taglio di capelli a scodella, che nel Medioevo identificava le peccatrici e le ribelli come Giovanna d’Arco, per poi diventare negli anni Sessanti simbolo del movimento femminista. L’hairstylist britannico, Vidal Sassoon, le donò un taglio cortissimo e bombato, con la frangia a 5 punte che non abbandonò mai.
«La moda non ha niente a che vedere con l’età o la frivolezza, riguarda l’essere vivo, oggi», credeva Mary Quant, che insegnò alle donne ad essere libere e fedeli a loro stesse.