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Esclusiva

Luglio 16 2023
No, la Nature Restoration Law non causa danni all’agricoltura italiana

Al contrario di quanto sostenuto online da alcuni media e commentatori, la legge approvata di recente dal Parlamento europeo non ha intenzione di causare alcun danno al nostro Paese

Produzione alimentare sostenibile e mitigazione del cambiamento climatico. Con questa favola ripetuta all’infinito i globalisti hanno assestato ieri un colpo decisivo nella realizzazione della tirannide ecologico-climatica. Occasione è stata l’approvazione, per un pugno di voti, della “Nature Restoration law”, la prima legge sulla natura proposta e approvata dal continente europeo: così l’Agenda 2030 entra a gamba tesa nel settore primario di ciascuno Stato producendo tutta una serie di pericolosi effetti domino.

Questa è la notizia riportata dal sito Imolaoggi.it, che racconta l’approvazione, mercoledì 12 luglio, della Nature Restoration Law da parte del Parlamento europeo. È la prima legge sul ripristino della natura proposta ed approvata dall’Ue, che ha l’obiettivo ambizioso di ripristinare il 20% degli ecosistemi naturali entro il 2030 ed eliminare i sistemi naturali degradati entro il 2050.

Nel sito in questione, viene criticata la nuova norma, definita come «un colpo decisivo nella realizzazione della tirannide ecologico-climatica», poiché si ritiene che porterà ad una drastica riduzione delle terre coltivate dagli agricoltori, e di conseguenza dei loro guadagni. La narrazione distorta portata avanti da Imolaoggi.it è sostenuta anche da altri siti d’informazione online e dai partiti più conservatori del Parlamento europeo, che si sono opposti all’approvazione della legge.

Il riferimento all’alluvione in Emilia-Romagna

I pericoli in tutto questo sono molteplici: prima di tutto la già citata pericolosa non governabilità della Natura che è capace di produrre disastri quali quelli avvenuti in Romagna. Possibile che questi governanti non si rendano conto dei rischi di quello che può innescarsi con questa estremizzazione green? Possibile che non capiscano la necessità di un governo del Creato da parte dell’uomo?

Dopo le gravi alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna a maggio, causando 17 morti e quasi 37.000 sfollati, si è acceso un dibattito sulle cause e soprattutto sul ruolo del cambiamento climatico. La World Weather Attribution (WWA), un’associazione di scienziati nata nel 2015, non è ancora in grado di valutare il ruolo dei cambiamenti climatici in questo specifico evento alluvionale, eppure le leggi fisiche fondamentali dicono che, con l’aumento della temperatura media globale, anche le precipitazioni dovrebbero aumentare su scala globale. Potrebbero aumentare in alcune regioni e diminuire in altre, ma la maggior parte dei modelli climatici concorda sul fatto che le precipitazioni estreme diventeranno più intense e più frequenti in tutte le regioni, ad eccezione delle aree subtropicali. E questo è confermato anche dai dati storici.

La WWA è riuscita a stabilire con un buon grado di sicurezza che la probabilità associata al verificarsi della forte siccità che ha colpito il corno dell’Africa dal 2020 in poi è stata aumentata di ben due volte dal riscaldamento globale. Allo stesso modo, la WWA ha stabilito che il cambiamento climatico ha reso più intense del 30% le violente precipitazioni che si sono abbattute a febbraio di quest’anno sulla Nuova Zelanda, così come ha reso più abbondati del 50% le piogge monsoniche che hanno allagato più di un terzo del Pakistan nell’estate del 2022. Se la temperatura del pianeta non fosse stata più calda di 1,1°C rispetto all’era preindustriale – mostrano i lavori della WWA – tali eventi meteorologici estremi sarebbero stati meno intensi.

Le presunte conseguenze dannose della Nature Restoration Law

Per quanto riguarda l’agricoltura, poi, non ne parliamo: l’aumento delle aree verdi da preservare va a cozzare con la necessità di mantenere e/o creare aree agricole coltivabili. Tutto questo naturalmente inficerà la produzione di piccoli e medi agricoltori a tutto vantaggio dei grandi produttori e dei produttori di alimenti sintetici, che tanto ama Bill Gates, e provocherà un sicuro aumento delle importazioni e dunque dei prezzi dei prodotti alimentari. Con diminuzione della qualità degli alimenti che finiranno sulle nostre tavole e un aumento del controllo economico sociale di UE e simili. Un danno gravissimo all’economia del nostro Paese. Un danno gravissimo al popolo italiano, un danno gravissimo al Creato. Esattamente l’opposto di quello che come sempre vogliono farci credere.

«La legislazione non è una minaccia per gli agricoltori», ha dichiarato, però, Virginijus Sinkevičius, commissario Ue all’Ambiente, in un’intervista a Politico.eu. «È molto difficile per me capire queste argomentazioni perché la realtà racconta una storia diversa, ovvero che i cambiamenti climatici, e non l’Ue, stanno danneggiando i raccolti degli agricoltori», ha aggiunto.

Sono infatti molti gli studi che dimostrano come il cambiamento climatico stia portando a conseguenze negative per gli agricoltori. Tra questi, uno dei più importanti è quello fornito dal Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) – Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa della valutazione scientifica dei cambiamenti climatici. L’IPCC, nel suo sesto rapporto, pubblicato il 28 febbraio 2023, ha evidenziato come l’Europa e soprattutto il settore dell’agricoltura, centrale per l’economia continentale, subirà conseguenze devastanti a causa del cambiamento climatico.

Inoltre, all’interno della legge è stato approvato il progetto Redress, che mira a fornire un contributo fondamentale agli impegni dell’UE per il ripristino degli ecosistemi degradati, in particolare nelle profondità marine, grazie ad un finanziamento di 10 milioni di euro. A coordinamento del progetto è stato nominato Roberto Danovaro, docente di Biologia marina, Ecologia e Sostenibilità ambientale dell’Università Politecnica delle Marche.

Il professor Danovano, in un’intervista a Repubblica, ha definito Redress un’operazione che fornisce molteplici benefici. «Innanzitutto, è fondamentale per il contrasto al cambio climatico, poi serve di sicuro ad aumentare la pescosità del mare e sappiamo quanto la nostra economia si basa su questo settore. Ancora, un intervento di ripristino degli ecosistemi degradati aumenta la qualità delle nostre risorse ittiche e ha riflessi fondamentali per la nostra salute, con risparmi sui costi sociali che derivano dall’insalubrità degli ambienti degradati».

Conclusione

Dunque, abbiamo visto come la circolazione di questo tipo di fake news e narrazioni fuorvianti non trova un riscontro con dati e studi scientifici. La narrazione secondo la quale la Nature Restoration Law avrebbe un impatto negativo sulla produttività agricola italiana è smentita da studi che dimostrano come il cambiamento climatico stia impattando negativamente l’agricoltura. Non si può dimostrare a priori che una legge che cerchi di contrastare il cambiamento climatico e il suo impatto, attraverso la restaurazione di habitat naturali, causi dei danni alla produttività agricola italiana e non possa avere, invece, degli effetti positivi.