È l’indissolubile legame tra filosofia e politica a muovere Pietro, nato a Roma nel 2001, verso il sogno di una carriera giornalistica. La sua formazione umanistica, già negli anni adolescenziali, lo avvicina agli studi che, uniti ad una forte fascinazione per la medicina e per il diritto, si traducono in un particolare interesse per il pensiero di vari filosofi contemporanei tra cui Michel Foucault con i suoi concetti di biopolitica e governamentalità.
Avendo tenuto sempre vivo il suo interesse per le questioni sociali, Pietro racconta della sua decennale attività di educatore per l’associazione Wakatuya, che gli ha regalato l’opportunità di lavorare con bambini e ragazzi provenienti da case famiglia. Quella del volontariato è stata una costante nella sua vita che, con il passare degli anni, l’ha portato a svolgere tante altre attività di sevizio sul territorio.
«Fare parte di questo tipo di iniziative significa dare tanto e ricevere tanto. È un impegno fisso che prevede l’organizzazione di attività espressive, ludiche e sportive volte all’integrazione e alla crescita».
La sua sensibilità per le tematiche sociali si concilia con la passione per la letteratura femminista, approfondita nei mesi passati all’ Università Complutense di Madrid, leggendo e studiando Simone de Beauvoir, Betty Friedan e Simone Weil. Riuscire ad approcciarsi alla realtà attraverso diversi punti di vista e analizzarla sotto una nuova luce ha alimentato la sua curiosità nei confronti di tali argomenti. «Cogliere la diversità, essere in grado di riconoscerla e di raccontarla, significa anche saper raccontare se stessi. Entrare nella vita degli altri, riuscire a comprenderli, vuol dire anche conoscere se stessi. “Di te esiste un mondo” questa è la frase che mi ripeto come un mantra».
La sua capacità di osservare ciò che lo circonda con occhi sempre diversi l’ha spinto a sperimentare vari mezzi comunicativi tra cui la fotografia, a cui resta molto affezionato. Ma scrivere è il modo di esprimersi che ha sempre sentito più naturale ed efficace. Il suo desiderio è quello di riuscire a scrivere di politica senza pregiudizi, cogliendo la problematicità del discorso politico.
«Fare giornalismo rappresenterebbe il raggiungimento di un obiettivo a cui ho sempre desiderato arrivare. Ho una mentalità analitica e filosofica, la mia idea di giornalismo è questa: riportare la realtà attraverso un approccio critico per poter cogliere la complessità delle sue sfumature in un periodo in cui la banalizzazione sembra regnare sovrana».