Intenzionato a non perdere il suo accento lucano, Gennaro, occhi e capelli da nordico, compirà 27 anni la prossima vigilia di Natale: «può sembrare strano ma fare il compleanno il 24 dicembre lo considero un vantaggio perché so che ho tutta la famiglia attorno a me.- dice Gennaro ripercorrendo i momenti di festa passati con i suoi cari – Certo,- aggiunge sorridendo- il lato negativo è che mi becco sempre un solo regalo cumulativo».
La sua vita è un pendolo che oscilla tra Italia e Francia; terminato il liceo classico lascia la sua amata Matera per trasferirsi a Milano, dove studia International politics and government presso l’Università Bocconi. Il primo viaggio nel Paese delle baguette arriva con un periodo di Erasmus a Reims, poco prima della laurea. La permanenza in Italia dura poco, giusto il tempo dei festeggiamenti e Gennaro rifà le valigie; destinazione: Parigi, dove svolge un anno di studi presso l’Università di Sciences Po. Una seconda esperienza francese definita “altamente formativa” ma interrotta a causa del Covid: «il ricordo più particolare è legato alla mia partenza. Ho lasciato la città in piena pandemia, prendendo l’ultimo volo disponibile ma non riuscivo a portare con me tutti i vestiti. Così ho riempito un borsone con alcuni abiti e l’ho lasciato in strada. Da un aspetto negativo ho cercato di ricavarne qualcosa di buono per aiutare gli altri».
L’interesse per il giornalismo è sempre stato nella sua vita, sin da quando Gennaro era piccolo. Così, mentre gli altri bambini al mare facevano castelli di sabbia, lui stava sotto l’ombrellone a sfogliare quotidiani: «non facevo il bagno se prima non finivo la rassegna stampa», racconta. Il salto dalla passione alla scelta di farne il suo lavoro arriva quando si stanca di vedere le sue riflessioni bloccate solo sulle note del cellulare: «sentivo il bisogno di esternare i miei pensieri su quello che mi circonda. Chiusi dentro un telefono mi sembravano sprecati».
Tra i temi più a cuore, disuguaglianze e sostenibilità ambientali, argomenti approfonditi durante l’ennesima (e al momento ultima) esperienza oltralpe: «dopo un periodo come assistente di ricerca, ho lavorato per la Fèdèration française de football per poi tornare in Italia, dove ho ottenuto un posto presso la Lega Serie A, ufficio corporate social responsibility».
È con un sorriso sulle labbra che racconta della “ossessione” del padre: «Lui è proprio fissato con i giornali, se non li compra inizia a star male. Ho sviluppato questa passione anche grazie a lui».
Quando gli chiedo cos’è per lui il giornalismo mi risponde senza esitazioni: «è una questione di scelte. Quando decidi di raccontare realtà difficili, scegli di portare all’attenzione qualcosa che altrimenti rimarrebbe nascosto. Io la considero una missione sociale».
Gennaro ha le idee chiare sul futuro: «vedo inchieste, reportage e…tante notti in bianco. – dice scherzando- ma sono contento così. Se non dormo significa che ho lavorato bene».