Allontanarsi dai combustibili fossili entro il 2050. Così il Sultano Ahmed al Jaber conclude la COP28, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite a Dubai. Dopo giorni di disaccordo, il documento prodotto è una delle revisioni quinquennali previste dagli Accordi di Parigi del 2015. L’obiettivo è ridurre l’impatto del cambiamento climatico a livello globale nei prossimi 27 anni.
GLI OBIETTIVI DELLA COP28
OBIETTIVO | SCADENZA |
0 emissioni di combustibili fossili | 2050 |
-43% emissioni globali | 2030 |
triplicare quota energie rinnovabili | 2030 |
raddoppiare efficienza energetica | 2030 |
quota 1.5°C | 2025 |
investimenti di $100 miliardi all’anno | 2025 |
equità totale partecipanti | 2030 |
Per la prima volta il termine “combustibile fossile” è incluso nella stesura conclusiva di un documento. Una rivoluzione nel campo delle riforme sull’ambiente. “Transition away” è il concetto chiave. Bisogna allontanarsi passo dopo passo da metano, petrolio e carbone entro il 2050, in favore delle energie rinnovabili. Questa terminologia è stata molto discussa perché 120 Paesi, guidati dall’UE, speravano di adottare il concetto di “phase out”, ovvero l’eliminazione definitiva di questi combustibili.
L’importanza della transizione verso energie sostenibili era già stata stabilita a Parigi: COP28 ne ha ribadito gli obiettivi. Si deve triplicare la quota di utilizzo di energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Entro lo stesso anno si punta a ridurre le emissioni globali del 43%, come ha dichiarato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.
La presidente ha anche confermato la crucialità dei prossimi due anni per raggiungere l’obiettivo “quota 1.5°C”: entro il 2025, si deve rallentare il riscaldamento globale, stabilizzando l’aumento delle temperature a un massimo di un grado e mezzo.
Non solo decisioni sul clima, ma anche su questioni sociali e finanziarie. Varie organizzazioni non governative investiranno oltre 2 miliardi di dollari per cercare di ridurre l’impatto climatico sull’agricoltura e sulle popolazioni vulnerabili. Questi investimenti sono parte di un piano più ampio: da una base di 100 miliardi di dollari all’anno, vari enti governativi contribuiranno allo sviluppo di piani nazionali sul clima da realizzare entro il 2025.
Molti partecipanti hanno lodato gli sforzi per l’inclusività della Conferenza: già l’anno scorso vi avevano partecipato alcuni membri delle comunità indigene globali. Entro il 2030 si spera di raggiungere l’equità totale tra gli stati partecipanti. Con questo spirito, le prossime due edizioni della COP saranno ospitate da Paesi in via di sviluppo: l’Azerbaijan nel 2024 e il Brasile, nel 2025.