Olivia ti fa compagnia, ti ricorda quando prendere le medicine e conversa sugli argomenti che più ti piacciono, proprio come una badante in carne ed ossa. Tra le sue funzionalità, anche il controllo delle email, la possibilità di ascoltare notizie ed effettuare videochiamate. Quando Giuseppe Giorgianni, fondatore e Presidente della start-up “Innova” descrive la sua ultima invenzione lo fa con orgoglio. L’idea di creare una badante digitale è nata durante una notte insonne: «Ho pensato a chi, per stare meglio, avrebbe solo bisogno di qualcuno con cui parlare» – racconta l’ingegnere messinese – «Alla base delle mie innovazioni c’è sempre l’idea di trovare la soluzione ad una necessità». Proprio da una necessità personale si sviluppa “CeckMed”, l’altra applicazione a cui Olivia è collegata. Quando nel 2004 la madre si ammala di cancro al cervello, Giuseppe deve trovare il modo di controllarla anche a chilometri di distanza: «Io ero sempre in giro per lavoro e non sapevo come fare. Le mamme si sa, quando glielo chiedi ti dicono sempre di stare bene». Parlando con i colleghi nota che il bisogno di monitorare le condizioni dei familiari a casa è comune: «Abbiamo ideato uno smartwatch che permette di sapere quanto la persona ha dormito, i movimenti che ha fatto o di rilevare il battito cardiaco». La novità del sistema è il funzionamento basilare: si mette al polso e i risultati sono inviati ogni ora al medico e ai membri della famiglia. Nessuna competenza tecnologica né pulsanti da premere, «così evitiamo di costringere gli anziani ad adeguarsi alla tecnologia che evolve».
Alla base di Olivia c’è un sistema di intelligenza artificiale conversazionale, di cui Giorgianni è sostenitore: «È una rivoluzione che troveremo ovunque», dice, ammettendo che anche il nome dell’app è stato suggerito dalla tecnologia, sulla base dei più diffusi al mondo. Come neopresidente dell’European Artificial Intelligence Organisation ne sottolinea i vantaggi, ma anche la necessità di regolamentazione: «Le persone devono essere formate o continueranno a pensare che questo sistema ruberà a tutti il lavoro».
Giuseppe racconta una vita di intraprendenza, passione, sacrifici e qualche follia: «Dopo essermi laureato in ingegneria informatica a Messina ho iniziato a fare su e giù da Milano. Prendevo l’aereo nel pomeriggio e tornavo l’indomani mattina. Volevo conoscere gente, gli amici mi prendevano per pazzo». – racconta con un sorriso – «Il networking è fondamentale in questo lavoro».
Il sogno da bambino di diventare un medico stroncato dalla morte del padre, quando lui aveva dodici anni: «Lo stesso giorno mio papà mia aveva regalato il primo PC. Da lì ho deciso di unire scienza e tecnologia e lanciarmi nel mondo delle innovazioni». Le nuove idee sono il frutto dei tanti viaggi fatti, nuovi luoghi e culture che cambiano il modo di pensare: «Scherzando dico sempre che vivo sugli aerei, nel 2023 ne ho presi 128…e l’anno non è ancora finito». Anche se le valigie non sono ancora pronte, un nuovo volo è già dietro l’angolo: «Sono in partenza per gli Stati Uniti, dove il 9 gennaio presenterò per la prima volta il brevetto di Olivia. L’obiettivo è trovare finanziamenti per lanciarlo sul mercato i primi di marzo». Dopo il “CES” di Las Vegas, il più prestigioso show tecnologico mondiale, sarà la volta degli Emirati Arabi e poi “spero di arrivare in Italia”, dice Giorgianni con un pizzico di amarezza: «Avere successo all’estero è bello, ma mi piacerebbe portare queste idee anche qui. Nel nostro Paese diventa tutto più difficile».