Al bancone di una farmacia di Via Nomentana a Roma una signora ordina una scatola di ibuprofene e uno spray per il naso. Un’altra si fa consigliare degli integratori di vitamina C per il raffreddore, mentre un uomo sulla cinquantina chiede un tampone antigenico da fare a casa. Per ogni cliente che esce ne entrano due. In fila c’è qualcuno con la mascherina.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sono più di un milione gli italiani affetti da sindromi simil influenzali nelle ultime settimane del 2023. Non solo Covid e influenza stagionali: al numero complessivo di infezioni concorrono anche i comuni raffreddori da adenovirus, coronavirus e rinovirus. L’Iss stima un’incidenza di 17,5 casi per mille abitanti. A preoccupare è soprattutto la saturazione dei pronto soccorso, congestionati da codici bianchi e verdi.
«Varie le cause del picco. Il cambiamento delle abitudini nel post-pandemia ha determinato una maggior circolazione dei virus a trasmissione aerea. Al contempo, si sta perdendo l’’immunità di gregge per il Covid-19, a causa di una minore adesione alle campagne vaccinali. Il risultato è un boom di virus influenzali e respiratori che sta mettendo a dura prova gli ospedali, evidenziando le gravi carenze strutturali del sistema sanitario»: a parlare è il Prof. Aldo Manzin, Direttore della scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia a Cagliari.
«Niente allarmismi», rassicura il Dott. Donato Greco, ex direttore del Centro nazionale di Epidemiologia all’ISS: «Abbiamo già superato il picco della stagione influenzale e siamo in fase di discesa. L’ondata delle ultime settimane non rappresenta nulla di eccezionale: l’incidenza è in linea con le medie degli ultimi dieci anni».
«Anche l’emergenza dei pronto soccorso è tutt’altro che una novità», continua l’esperto «la situazione è drammatica oggi come prima del Covid. Per un cattivo funzionamento della medicina territoriale trattiamo in ospedale pazienti che potrebbero essere seguiti a domicilio». Il dottore ci lascia con parole di speranza sullo stato epidemiologico del Covid: «grazie ai vaccini e alle infezioni naturali, contiamo oggi su una consolidata immunità collettiva. Le centinaia di morti settimanali potrebbero essere ancora ridotte con la somministrazione del farmaco antivirale Paxlovid, che risulta più efficace se adoperato sin dalle prime fasi di malattia».
L’esigenza di continuare a vaccinarsi mette tutti i sanitari d’accordo. La direttrice di un hospice residenziale in provincia di Latina dichiara: «i numeri del Covid in struttura, così come la presentazione clinica, sono migliorati tantissimo rispetto all’anno scorso. È come trattare un’altra patologia, grazie a una migliore gestione dei pazienti, ma soprattutto ai booster vaccinali».
Dello stesso avviso è il Dott. Dario Innaco della farmacia Torlonia: «Molti cittadini vengono da noi per vaccinarsi anziché dal medico di base: le farmacie offrono un servizio di prossimità e diventano un punto di riferimento per l’intero quartiere. Gli anziani, in particolare, hanno spesso bisogno di una chiacchiera, o una mano d’aiuto in più, che di un blister di compresse. È rassicurante poter contare su una croce verde sempre accesa vicino casa».