«Io ci sono cresciuto qui, è come chiedere a Tarzan di descrivere la giungla». Così si pronuncia con voce rassegnata Alcide, un gioielliere che dal suo negozio in via Manin, subito fuori la Stazione Termini, è ogni giorno testimone della criminalità crescente. «Che vi devo dire? È tutto molto evidente. C’è molta polizia in zona, però non possono gestire tutto. Ultimamente sta girando un gruppetto di egiziani che crea problemi. La questione è degenerata con l’avvento dei kebabbari nella via. Poi, se li guardi in faccia sono tutti ragazzini. Però ecco ragazzini cattivi, di quelli che ti tirano una coltellata». «Tutti i giorni – continua Alcide – se ti fermi mezz’ora a Termini succede sicuramente qualcosa. Questa zona è diventata proprio l’angolo di spacciatori e ricettatori».
La maggior parte dei lavoratori non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Anche dai loro “non commenti” la rabbia e la frustrazione sono le emozioni che più emergono. «Non c’è bisogno di intervistare nessuno, perché tanto non vi risponderebbero, lo vedete da soli. Fate solo attenzione a che non vi rubino a voi», dice con accento romano un farmacista del quartiere. Cartoni usati come case dai barboni, urina sui muri e per terra, spacciatori che non si fanno problemi a vendere la loro “merce” davanti agli occhi di tutti e borseggiatori che prendono di mira i turisti sono le prime cose che incontrano i viaggiatori che frequentano la stazione. «Di giorno la situazione sembra quasi normale, ma di notte qui è pieno di risse. Sugli autobus notturni trovi sempre il cretino di turno ubriaco che si piscia sotto e fa cadere la bottiglia che ha in mano, ma di solito non è questo il problema maggiore», afferma Marcello, autista Atac.
«È pieno di gente strana. Io personalmente non ho mai avuto problemi. Una mia collega, però, è stata minacciata da un tizio qui davanti il negozio, che le ha sputato sulla vetrina. Un giorno, lo stesso ragazzo ha aggredito un prete. Ultimamente è stata aggredita anche una ragazza all’interno della stazione», dichiara Marco, commesso della Tim, situata subito di fronte ai binari.
Come riportato da Marco, i problemi colpiscono anche l’interno della stazione, ma la situazione è più contenuta: «Può capitare che passi qualche matto, ma solitamente sono innocui e vengono tempestivamente fermati dalle forze dell’ordine», dice Daniele, commesso di Majani. Poliziotti, militari e agenti della Polfer, la polizia ferroviaria, controllano di fronte alle vetrine dei negozi e ai binari dei treni, mantenendo l’ordine e contribuendo ad una sensazione più visibile di sicurezza. La stazione offre una varietà di negozi di qualità e una scelta vasta tra ristoranti, bar e bistrot, la maggior parte collocata al primo piano, sulla Terrazza Termini. Anche il Mercato Centrale è motivo di vanto, con una moltitudine di cucine diverse che ricorda il Borough Market di Londra o il Mercado de San Miguel di Madrid e rappresenta un punto di incontro per i pendolari e i viaggiatori italiani e non. Grazie alla quantità di tavoli, spazi sociali e botteghe, si può scegliere di fermarsi per un pranzo veloce, in attesa del proprio treno, acquistare prodotti tipici romani e partecipare a eventi e presentazioni culturali.
I commercianti, così come i turisti o chi vive in zona, sono stremati ma anche consapevoli che, nel loro piccolo, non possono risolvere il problema. L’unica cosa che gli rimane è prenderla con filosofia: «Diciamo che potrebbe essere anche tutto molto divertente, se non hai paura. Tipo come se fossi al cinema», conclude Alcide.