Padre Andrea Fulco è un sacerdote Pallottino alla St Peter’s Church a Clerkenwell ed è il prete più conosciuto del quartiere Little Italy, nel cuore di Londra. Oltre alla vita pastorale, ha un hobby: cucinare e preparare dolci per le persone che frequentano la chiesa.
È di Aprilia, una città nel sud del Lazio. Dal 2003 al 2007 trascorre i primi 4 anni della sua esperienza spirituale come giovane prete a Londra, sotto la guida di Padre Carmelo Di Giovanni, noto per essere stato il prete della comunità italiana per 43 anni. Padre Andrea viene poi trasferito in Italia per impegni pastorali a Grottaferrata e Ostia, due città vicino Roma. «Guai a te se non torni in chiesa la prossima settimana!», dice ai fedeli che di solito partecipano alla messa. Nel 2014 torna a Londra e, da quel momento, prende il posto di Padre Carmelo, diventando il parroco di riferimento per tutti gli italiani che vivono a Londra: «Essere prete per questa comunità storica è molto difficile. Richiede una presenza massiccia. Gli italiani che vivono qui sono immigrati, quindi possono chiederti aiuto in qualsiasi momento», dice Padre Andrea.
Cresciuto dai genitori nel cortile della parrocchia locale, racconta di aver deciso di prendere i voti religiosi perché era abituato a questo tipo di vita, che lo ha aiutato a sviluppare una sensibilità per le difficoltà delle persone. «È stata una sorta di inclinazione naturale», aggiunge. La sua famiglia ha da subito sostenuto la scelta di Fulco di diventare prete, ma lo ha invitato a rifletterci con attenzione e a valutare le alternative, a causa delle restrizioni che i sacerdoti devono rispettare, come l’impossibilità di creare una famiglia. Alla domanda «hai mai desiderato avere una famiglia?», Padre Andrea risponde senza esitazione: «Sì. Quando vedo i bambini così legati ai loro genitori, penso sempre che sarebbe stato bello. All’inizio ero così affascinato da questa passione, che non avevo realizzato questi piccoli dettagli, trascurandoli. Questo è ciò che succede quando ti piace fare qualcosa: ti dimentichi del resto».
Confessa di essere entrato nell’età tipica, 48 anni, durante la quale un prete inizia a porsi delle domande sulle sue scelte. «A 30 anni sei pieno di entusiasmo giovanile, ma poi inizi a riflettere sulla tua vocazione. Un altro momento critico è tra gli 80 e i 90 anni, quando inizi a pensare alla morte, ma dobbiamo farci trovare pronti e sapere come affrontarla». Nonostante questo, non rimpiange la sua decisione.
Seduto nel suo ufficio nella chiesa di St Peter’s, confronta la sua vita pastorale in Gran Bretagna e quella che ha avuto in Italia, in termini di cultura, persone, fede e solidarietà: «La mia esperienza in Italia è stata sicuramente diversa da qui. A Londra, il prete non è solo una guida spirituale, ma anche un punto di riferimento sociale e di aggregazione».
Prosegue la conversazione con disinvoltura e con un forte senso dell’umorismo, condividendo alcuni aneddoti divertenti sui suoi fedeli. Racconta che quando sta per celebrare la messa, si ritrova a doversi occupare spesso di «troppe cose», come rispondere al telefono della chiesa, ricevere «3.000 chiamate» sul suo cellulare e aprire la porta alle persone che suonano il campanello con varie richieste: funerali, matrimoni, confessioni, soldi o referenze. «A volte mi servirebbero tre o quattro mani per fare tutto. Questa è una chiesa molto attiva!».
Quando Padre Andrea è arrivato a Londra, Michele Morena è stata una delle prime persone che ha incontrato. Morena è il presidente della Casa Italiana San Vincenzo Pallotti, un circolo sociale accanto a St Peter’s, fondato nel 1960. «Lo vedo [Padre Andrea ndr] tutti i giorni, è una persona con cui puoi sempre parlare. Cerchiamo costantemente di stabilire una collaborazione tra la chiesa e il circolo» – dice Morena – «Di solito cucina dolci quando sa che è il compleanno di qualcuno. Gli piace davvero stare in mezzo alle persone».
Read also in English: https://zetaluiss.it/2024/03/01/priest-church-italian-community-london-italy/