Il 22 febbraio 2024 il canale Telegram “СИГНАЛ” (“segnale” in russo) ha condiviso un messaggio audio sostenendo che sarebbe stato inviato dalla madre di Alexei Navalny, Lyudmilla Navalnaya, a sua nuora, Yulia Navalnaya. La madre di Navalny avrebbe accusato Yulia Navalnaya di non essere mai stata in due anni dal marito in prigione e di essere stata lei a costringere Navalny a tornare in Russia.
La veridicità dell’audio è stata da subito smentita dal lavoro dei due giornalisti della BBC Verify, Olga Robinson e Shayan Sardarizadeh, e dal sito di fact checking Ellinika Hoaxes che hanno verificato che la voce è stata clonata a partire da un altro video pubblicato su Youtube il 22 febbraio. Il file vocale è stato realizzato attraverso un sintetizzatore vocale, un’applicazione che sfrutta l’intelligenza artificiale per imitare, con varie gradazioni di precisione, il timbro vocale di chiunque. Maggiore è la quantità di materiale audio disponibile per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, migliori sono i risultati finali. Questo processo è noto come “voice cloning”. Le variazioni di volume, tono e il suono metallico presenti nella voce della madre di Navalny sono elementi che rafforzano il lavoro precedente e che dimostrano che l’audio non è originale. In una seconda fase la veridicità del file è stata anche negata dai canali russi che lo avevano condiviso.
Lyudmilla Navalnaya criticherebbe la nuora, secondo l’audio realizzato in maniera artificiale, per non aver sostenuto il figlio e per non essere stata presente negli ultimi anni: «Non le è stato vietato di entrare in Russia. Non è stato aperto alcun procedimento penale contro di lei, ma in due anni non è mai venuta a trovarlo – dice nell’audio – in realtà, dalla primavera del 2021, lei non è più sposata con mio figlio e appare in pubblico con altri uomini». La coppia era rimasta in Germania per un anno, dopo che il dissidente era stato avvelenato nel 2020, quando è tornato in Russia ed è stato subito arrestato. Lo stesso è accaduto a Yulia Navalnaya non appena, una volta di nuovo nel Paese, ha partecipato a una manifestazione per il rilascio di Navalny per poi essere rimessa in libertà dopo pochi giorni. La situazione è una testimonianza concreta di quanto sia complicata la situazione per i dissidenti e gli oppositori del presidente russo Putin. Solo dopo la morte di Navalny sono state arrestate oltre 400 persone per aver appoggiato fiori o candele in terra in suo ricordo.
Per cercare di screditare la figura di Navalnaya e la relazione con il marito, inoltre, sono stati realizzati fotomontaggi e strumentalizzate sue immagini in compagnia di altri uomini. Fin da poche ore dopo la morte del marito, sui social, in particolare su X attraverso profili di diverse nazionalità. La maggior parte accompagnate da didascalie come “la moglie di Navalny è andata avanti” oppure attribuendole frasi da lei mai pronunciate come “io e il mio nuovo fidanzato siamo devastati dalla morte di mio marito”. La foto incriminata, in realtà, risale al 17 agosto del 2021. L’uomo è Yevgeny Chichvarkin, milionario russo in esilio e fondatore di Euroset, azienda di telefonia in Russia. La descrizione dell’originale recita: “Con la first lady della bellissima Russia del futuro @yulia_navalnaya Free @navalny”. Proprio lui, secondo Reuters, avrebbe aiutato a sostenere le spese mediche dell’oppositore di Putin dopo l’avvelenamento di Navalny e avrebbe donato oltre 100mila dollari per la lotta contro il presidente russo.
Al centro del presunto scandalo anche una seconda foto, sempre con Chichvarkin. I due si troverebbero abbracciati in maniera piuttosto intima. Si tratta di un fotomontaggio in quanto l’originale ritrae Navalnaya e il marito. L’immagine risale al 19 luglio 2013 ed è stata scattata dall’Afp, un’agenzia di stampa francese.