Nikki Haley ferma la sua corsa alla Casa Bianca, dopo che l’ex presidente americano Donald Trump, suo rivale alle primarie, vince in 14 dei 15 stati coinvolti nelle votazioni del Super Tuesday. Con questa decisione, la sfida sembra essere già definita: Trump e Biden giocheranno la partita di rivincita alle presidenziali del 2024.
Il passo indietro di Haley apre una nuova fase delle elezioni americane. «Prima di tutto Nikki Haley ha sospeso la campagna, non si è ritirata», afferma Alberto Simoni, corrispondente a Washington de La Stampa. «Questo vuole dire che mantiene il controllo dei delegati che ha conquistato finora e che Trump dovrà conquistare entro novembre», aggiunge. Il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell, ha annunciato mercoledì il sostegno a Donald Trump per la presidenza, segnando un notevole cambiamento dopo tre anni e le accuse che McConnell aveva rivolto all’ex presidente per l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Il capo del governo viene eletto attraverso il sistema dei grandi elettori, scelti da ciascuno degli stati in base alla loro rappresentanza congressuale. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti dei grandi elettori vince le elezioni presidenziali.
Per Trump convincere l’elettorato di Haley potrebbe essere molto difficile: «I suoi sostenitori sono giovani con un alto livello di istruzione e famiglie con un buon reddito – continua il giornalista – sono gli stessi che nel 2016 e nel 2020 non si erano schierati con Trump e che in questi mesi hanno trovato in Nikki Haley una candidata moderata che poteva rappresentare le loro istanze».
Aspetto da non sottovalutare è che la sfida dell’elezione americana si gioca intorno a sette territori, Nevada, Georgia, Arizona, North Carolina, Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, che nella storia politica non si sono mai schierati in maniera diretta. L’interesse di Trump a recuperare i voti di Haley in questi stati convive però con la forza della fiducia che l’ex presidente ha saputo mantenere nel suo pubblico, nonostante le questioni legali che hanno rallentato la sua corsa alla Casa Bianca.
Sul fronte opposto, anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden potrebbe essere interessato alle schede dell’ex ambasciatrice Onu. Il democratico dovrà convincere anche gli elettori che nel 2020 si sono schierati dalla sua parte a votare ancora una volta per lui. Secondo un recente sondaggio pubblicato dall’Associated Press circa il 60% degli adulti statunitensi lo ritengono troppo anziano per ricoprire la carica per il prossimo mandato. Ci si potrebbe chiedere perché il partito democratico non abbia optato per una candidatura più giovane, ma non bisogna sottovalutare che: «Biden ha contribuito a non far vincere le elezioni di medio termine nel 2022 ai repubblicani – spiega Simoni -, avvenute in un momento in cui era già pericolante e la sua età era un tema».
Se la corsa sembra ormai un duello tra sfidanti già conosciuti, è anche vero che mancano otto mesi, un arco temporale in cui può succedere tutto. La vittoria di uno sarà decisiva per gli equilibri interni della NATO, ma anche per le due guerre ancora in corso a Gaza e in Ucraina.