Esclusiva

Marzo 14 2024
Una finta indagine per le strade di Roma

La capitale vista in modo diverso, grazie ad una escape room tutta all’aperto: tra indovinelli, lettere nascoste e rime baciate

«Quando i concorrenti finiscono, ciò che ci sentiamo dire più spesso è che si sono sentiti dentro un film», così Davide Nardi ideatore e titolare dell’escape room “Assassinio a Roma – Murder in Rome”. In città ce ne sono diverse, si sviluppano all’interno di quattro mura e procedono per step da una stanza all’altra, ma la particolarità è che questa si sviluppa in giro per le vie della capitale.

I giocatori hanno il compito di individuare Carlo Aurelio Giuliani, un criminale pericoloso, e recuperare un “cryptex” un oggetto che si apre solo con una parola segreta. Inoltre, devono investigare sul passato di Giuliano e sull’importanza dell’oggetto da lui ricercato.

La trama ideata si mostra ai partecipanti un pezzo alla volta: inizia con il ritiro di uno zaino da un negozio di souvenir in piazza della Repubblica, seguito da un video di presentazione dell’indagine da condurre. Poi, uno dopo l’altro, i luoghi lì intorno diventano i punti chiave di un’avventura avvincente, che durerà circa due ore.

Una finta indagine per le strade di Roma

La prima fase inizia con la storia di Giuliani che uccide un vescovo. Le statue dei leoni e una mappa della città guidano al posto dove trovare il primo oggetto. Il primo luogo da raggiungere è a circa 200 metri dal punto di partenza, da cui poi si torna indietro verso la fontana del Mosè e la chiesa all’incrocio tra via XX settembre e largo Santa Susanna. All’interno una statua del Bernini: l’Estasi di Santa Teresa. L’indagine assume una piega religiosa, di conoscenza architettonica e di scoperta di alcuni dei luoghi di Roma nascosti o passati inosservati, ma che rappresentano parte del panorama artistico della capitale. L’escape room proposta da Davide Nardi è qualcosa di più che un semplice momento ludico tra amici, diventa motivo di rivelazione e di fruizione di un paesaggio vissuto con altri occhi.

Una finta indagine per le strade di Roma

La laurea in giurisprudenza e un dottorato non hanno saputo strappare l’ideatore del progetto da un mondo più creativo: «Ho sempre pensato di essere un artista, mi affascina molto la letteratura e la filosofia» dice. In seguito ad un’esperienza in un’altra escape room capisce di aver trovato la propria dimensione, il mondo dove riesce a sentirsi a proprio agio, facendo vivere una storia come se si fosse protagonisti di quel racconto, attivando la mente per procedere nei passaggi successivi.
Ogni dettaglio e particolare svela di questo gioco una ricercatezza e minuziosità, tipica dei libri di gialli, proposta da una squadra che da anni tenta di portare alla clientela il miglior prodotto possibile. Ogni cosa dimostra che nulla è stato lasciato al caso: un walkie talkie per parlare con un assistente complice a distanza e cartine geografiche personalizzate; lettere per creare un codice nascoste negli affreschi o tra i resti dei martiri nelle chiese; pergamene dalle rime incrociate e dagli indovinelli che conducono sempre in una via diversa dalla precedente.


La decisione di usufruire della città come unico scenario della storia, con i rumori, i passanti e il caos di una zona trafficata come quella dell’ex piazza Esedra, nasce per caso: «Quando ho capito di essere pronto per aprire un’escape room tutta mia – dice Davide – non avevo la disponibilità economica per affittare un posto dedito solo a questo». Poi l’idea originale, che comprendesse anche avvicinare i turisti a visitare Roma in modo particolare, per creare un’esperienza unica nel suo genere.
L’indagine dei giocatori giunge al termine quando riescono ad aprire il cryptex, al cui interno è nascosta una fialetta d’aceto con dentro un foglio con le indicazioni del piano terroristico che Giuliani ha intenzione di realizzare. Il mistero è stato così risolto.