Bandiere con la lupa e sciarpe giallorosse ovunque. I vigili urbani col fischietto cercano di dirigere il traffico di una Roma in fermento, pronta a vivere una notte europea, la più importante nella carriera da allenatore di Daniele de Rossi, ancora alle prime armi in panchina. Le misure di sicurezza sono rafforzate. I bus dell’azienda del trasporto pubblico Atac straboccano di persone davanti alla Farnesina, sede del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Genitori e figli mano nella mano percorrono il ponte Duca d’Aosta con aria festante.
«Forza Roma facci un gol!» è l’urlo nei pressi dello stadio Olimpico, dove non pochi tifosi si concedono una birra alla spina, una coca cola e un hot dog. L’atmosfera in curva e sulle tribune non è premiata da una vittoria. Sbagliata nel punteggio, ma non nella sostanza, la previsione di Jesper, tifoso danese fuori dallo stadio che ipotizza un 3-1 in favore dei tedeschi. Il Leverkusen si aggiudica infatti per 2-0 la semifinale di andata di Europa League e vede la finale di Dublino più vicina.
«Mi aspetto un bel match con molte emozioni», dice nel prepartita Klaus, venuto da Leverkusen per la quarta volta in Italia. Stupito dall’atmosfera della città, è convinto che il miglior giocatore della sua squadra sia Wirtz, ma che Dybala sia molto temibile. «Amo l’Italia», dice entrando di fretta nei tornelli che portano all’impianto. «Vinceremo noi, siamo i migliori» gli fa eco con ancora più ottimismo Pascal vicino al parcheggio dello stadio mentre sorseggia una birra e loda l’atmosfera prepartita in Germania. «Non temiamo nessuno della Roma», prosegue spavaldo scommettendo anche lui sul giovane Wirtz e ammettendo, insieme ai suoi amici, di non aver avuto problemi di ordine pubblico nel viaggio verso la città eterna. Sfottò coloriti a parte. Le sensazioni positive sono confermate dal risultato finale.
Il primo tempo è vivace, anche un po’ nervoso nei contrasti, indice dell’importanza di un match che vede favoriti i neocampioni di Germania, capaci di spezzare il dominio del Bayern Monaco e rinfrancati dal supporto dei cinque mila supporter arrivati in Italia. L’inizio è di marca Roma, la seconda parte ad appannaggio dei tedeschi, pericolosi con i gioielli Jeremie Frimpong e Florian Wirtz, astro nascente del calcio teutonico e il metronomo sempreverde del centrocampo, lo svizzero Granit Xhaka, vecchio oggetto del desiderio dell’ex allenatore capitolino Josè Mourinho. Tutto avviene sotto gli occhi del grande ex comune Rudi Voeller, campione del mondo 1990, ex dirigente del Bayer e storico bomber, tuttora nella hall of fame della Roma, ricordato tanto per i baffi biondi, quanto per il formidabile istinto da goal.
Esulta lo spicchio dei tifosi ospiti arrivati dalla città simbolo dell’aspirina; qui si trova la sede della multinazionale farmaceutica Bayer. Il secondo tempo non muta le sorti dell’incontro, è l’ennesima tappa di un ruolino di marcia imprevedibile ad inizio campionato per il coach spagnolo Xabi Alonso, avversario in molte battaglie sul rettangolo verde di de Rossi. Mentre la Curva sud canta “Roma campione” la squadra tenta, invano, di recuperare lo svantaggio. Il raddoppio dell’esperto centrocampista del Leverkusen Andrich segna il ko definitivo per i giallorossi, chiamati all’impresa nel ritorno alla Bayarena fissato per il 9 maggio, in Nord Rhein Westfalen, la regione più popolosa della Germania con una tradizione industriale legata al Bacino della Ruhr.