Il presidente cinese Xi Jinping fa ritorno in Europa dopo cinque anni di assenza. È stato il primo ministro francese Gabriel Attal ad accogliere all’aeroporto di Orly, a Parigi, il leader del Dragone. Per il presidente Emmanuel Macron, la visita si prospetta come il momento ideale per rinnovare i rapporti diplomatici con la super potenza asiatica, dati gli equilibri geopolitici sempre più in bilico, e per celebrare il sessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche franco-cinesi.
Questo incontro dovrebbe esser letto secondo una duplice visione: «La Cina decide di ritornare dopo tanti anni e sceglie Parigi come prima tappa in Europa. La seconda cosa importante è la voce della Francia in Ue», così Olivier Bonnel, giornalista di Radio France Internationale e Le Monde. «Siamo a un mese dalle elezioni, abbiamo diverse guerre soprattutto quella in Medio Oriente – aggiunge – e Macron vuole sottolineare l’idea che l’Europa deve essere forte e unita di fronte ai grandi blocchi come la Russia, la Cina e gli Stati Uniti». Alla visita è stata infatti invitata anche la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, il che dimostra l’esistenza di una volontà comune sul ruolo che l’occidente debba giocare con un partner internazionale, che può essere declinato sotto vari aspetti: dalla cooperazione scientifica, culturale, sportiva fino all’emergenza climatica e alle crisi internazionali.
Un’assenza significativa è stata quella del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che, nonostante le pressioni provenienti dall’Eliseo, ha optato per una visita in Lituania e in Lettonia. La sua scelta potrebbe indicare una divisione nell’approccio dell’Europa alla situazione in Ucraina e alle relazioni con la Cina: «Non lo vediamo già da mesi, – dice il giornalista – la Germania è stata molto debole è tanto esitante nella politica estera», anche la Francia nei primi mesi della guerra Russia-Ucraina aveva cercato di avere una posizione più bilanciata «a volte non tanto leggibile, adesso però si è spostata come la vera leader».
La posizione della Cina sul conflitto si pone sul fronte opposto a quello francese ed è di vicinanza a Putin: «Sarà l’occasione per il premier francese di ribadire la determinazione di voler fare tutto il necessario per mantenere un canale diretto con il presidente russo» spiega Olivier Bonnel, che aggiunge che molto dipenderà pure dalla gentilezza con cui verrà trattata la questione Taiwan «su cui Macron – conclude – farà riferimento in qualche modo ma solo a livello privato».