Esclusiva

Maggio 7 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 3 2024
Quando l’arresto diventa abuso

L’hog-tie è una manovra di arresto violenta praticata negli Stati Uniti, ma anche in Italia. L’intervista a Fabio Anselmo

Steso a pancia in giù, le mani legate ai piedi con una cintura di nylon, il collo stretto da un piede, mentre supplica gli agenti di rispettare i suoi diritti. Matteo Falcinelli è restato immobile così per 13 minuti nella cella della stazione della polizia di Miami, dopo essere stato arrestato nella notte tra il 24 e il 25 febbraio. Venticinque anni e originario di Spoleto, Falcinelli si era trasferito in Florida per un master universitario. Secondo la versione dei poliziotti, quella sera avrebbe opposto resistenza dopo essere stato cacciato da un locale, una circostanza che avrebbe spinto gli agenti a procedere con il blocco a terra. Le immagini registrate dalle loro body-cam – pubblicate dal “Quotidiano Nazionale” – sembrano però smentire questa versione e ricordano il video di George Floyd, che il 25 maggio 2020 moriva a terra con il ginocchio di un agente sul collo, mentre con le poche forze rimaste nei polmoni ripeteva “I can’t breath” (non riesco a respirare). 

Dopo quel triste episodio, che ha dato vita al movimento “Black lives matter”, diversi Stati americani hanno approvato modifiche alle regole d’ingaggio della polizia, senza vietare la pratica vista da molti come un metodo tortura, che lo stesso Dipartimento di Giustizia americano nel 1995 aveva segnalato come letale. Negli Stati Uniti la chiamano “hog-tie”, in Italia la conosciamo come “incaprettamento”, questa tecnica ricorda immagini di punizioni mafiose – in cui alla vittima veniva legata una corda al collo per assicurare la morte – e pratiche di allevamento di animali. L’origine risale all’immobilizzazione dei maiali (hog), incatenati dagli allevatori prima della macellazione.Secondo un’indagine di The Marshall project e della Nbc, negli ultimi 14 anni sono morte almeno 20 persone negli Stati Uniti a causa dei metodi di immobilizzazione della polizia. 

Il fenomeno non è solo americano ed è diffuso anche in Italia. «È una manovra estrema che dovrebbe essere prevista soltanto in circostanze delle quali possa essere giustificata dall’estrema violenza o pericolosità del “soggetto” e invece viene applicata sistematicamente, anche nel nostro paese», spiega l’avvocato Fabio Anselmo, che nella sua carriera ha seguito casi come l’omicidio di Stefano Cucchi, il giovane che nel 2009 venne ucciso in caserma dopo essere stato pestato dai carabinieri. Le norme di comportamento degli operatori delle forze dell’ordine esprimonochiaramente che, essendo una manovra che compromette le funzioni respiratorie di colui che la subisce, deve essere interrotta non appena il soggetto sia messo nelle condizioni di non nuocere. 

Il limite previsto dalla legge è stato spesso oltrepassato: «In Italia abbiamo una casistica importante» spiega l’avvocato, citando i nomi di persone legate dalla tragica morte causata da un intervento eccessivo da parte delle forze dell’ordine, che li ha portati all’asfissia. Federico Aldrovandi, Riccardo Rasman, Vincenzo Sapia, Luca Ventre, ma soprattutto Riccardo Magherini, che a suo parere ricorda la vicenda di Falcinelli. Tutte vittime di episodi in cui i tempi ristretti entro i quali andava contenuta la manovra non sono stati rispettati, che Anselmo ha seguito professionalmente e che descrive come persone che non avevano fatto male a nessuno, inoffensive e in alcuni casi con problemi psichiatrici. «Loro purtroppo non possono più raccontare – conclude l’avvocato – ma sono felice che almeno Matteo Falcinelli possa farlo». 

Leggi anche: Il caso Floyd, storia di una tempesta perfetta