Esclusiva

Maggio 10 2024
Il nerd con la racchetta

Il tennista francese (n.134 al mondo) si definisce il più grande collezionista francese di carte Pokémon e gioca sempre ai videogiochi, ma porta con sé una storia di sacrifici

Quando Terence Atmane si rende conto di essere passato al secondo turno degli Internazionali, per prima cosa gira lo sguardo verso gli italiani che fino a quel momento hanno tifato per lui. «Siate gentili con me, ora mi tocca Musetti»: sa già che contro uno dei beniamini di casa quei ragazzi passeranno dall’altra parte. Neanche il tempo di godersi la vittoria con Christopher Eubanks al primo turno del torneo di Roma e il francese guarda subito alla prossima sfida. Un po’ come terminare una partita alla PlayStation e iniziarne subito un’altra, oppure inserire nell’album una delle figurine che mancavano, ma guardare alla casella accanto, ancora vuota. Botte di dopamina da nerd che il 22enne di Boulogne-sur-Mer conosce bene.

Prima di lasciare il campo, qualcuno dagli spalti ha cercato di caricarlo: «Ti portiamo le carte italiane dei Pokémon». «Non sarebbe male», ha risposto Terence. Il suo pensiero va sempre lì. Ha iniziato a collezionarle 15 anni fa, prima di farlo con racchette, scarpe e vittorie nel circuito. Ormai non gli basta più l’edicola del suo paese, spende così tanto nella ricerca delle varianti più rare da essere diventato «tra i collezionisti più importanti in Francia», ha ammesso in un’intervista all’Atp. «Al posto del prize money, preferirei essere pagato con le carte».

Terence Atmane Pokemon

Carattere giocoso e un’attitudine che lo riporta bambino, a volte anche in campo. «Dobbiamo imparare a controllarlo», spiega a Zeta il suo coach Rubén Ramirez Hildago. L’allenatore spagnolo ha iniziato a lavorare insieme ad Atmane da poco, portandolo ai quarti di finale al Challenger di Phoenix, in cui ha perso contro Matteo Berrettini, e al secondo turno del Masters 1000 di Roma, dove troverà Lorenzo Musetti. «Lo conosco da diversi anni e ho visto subito qualcosa di speciale in lui. Ha velocità, un buon servizio e un grande dritto. Sui campi veloci è un avversario pericoloso da trovare, non giocava da sette mesi sulla terra e con la giusta pratica può dire la sua anche qui. Ha il potenziale per entrare in top 100, ma deve imparare a gestire le sue emozioni».

È Atmane stesso a testimoniare la sua indole sensibile, che in passato lo ha portato a fare i conti con i suoi fantasmi. «Tutto è cominciato – ha raccontato qualche mese fa a “Behind the racquet” – con alcuni problemi personali, che poi hanno trovato un riflesso anche nel mio tennis. Ho spinto lontano amici e famiglia, mi sono chiuso in me stesso e non sapevo come uscire da un’ansia perenne». E da lì le conseguenze sul suo corpo. «Una notte, erano più o meno le 3, ho sperimentato una sorta di paralisi, non riuscivo a muovermi e pensavo che fosse arrivato il mio momento. Ho controllato il polso e il mio cuore era impazzito, 215 battiti al minuto. Quando passò quel momento cercai di rilassarmi, il giorno dopo scesi in campo ma mi strappai due legamenti». È stato quel momento a farlo uscire dal buio, riportandolo sotto i fari dei campi: «Furono tre mesi di stop, di attesa ma anche di cambiamenti. Decisi di combattere una volta per tutte ansia e depressione, con ogni forza che avevo. Penso di esserci riuscito».

E pensare che forse Terence non sarebbe mai arrivato su un campo da tennis se non fosse prima passato dai videogiochi. Un animo nerd così forte da costringere la famiglia a portare le sue passioni fuori dalla cameretta. «Giocavo davvero troppo a Wii Sports. Mia madre mi vedeva sempre davanti alla tv, mimavo i colpi con il controller. Così mi ha detto: “Okay, bello. Ma adesso devi praticare sport veri”. In realtà ci gioco ancora un sacco». Forse è proprio quel carattere ludico che lo porta ad affrontare tutto col sorriso e lo spirito di adattamento. Ha solo dovuto lasciare i campi in erba della Wii per imparare a giocare su ogni superficie, anche sulla terra di Roma.