Esclusiva

Maggio 25 2024
Scontro tra Meloni e Schlein al Festival dell’Economia

A Trento le leader si confrontano a distanza su salario minimo, premierato e salute pubblica, e la presidente spiega il dietrofront del governo sul redditometro

Il Festival dell’Economia di Trento riesce dove le tv hanno fallito: aprire un confronto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Le leader si alternano sul palco del Teatro Sociale a distanza di due ore, in un botta e risposta sui temi caldi dell’agenda politica italiana. 

Meloni esordisce rivendicando i risultati ottenuti dal governo. «Sono fiera che in un anno e mezzo abbiamo fatto ricrescere i salari», dichiara. «I lavoratori che attendevano il rinnovo del contratto erano il 54%, oggi sono il 35%». Poi accusa la sinistra di aver fatto calare gli stipendi dell’1,5% durante i loro governi. Si dice preoccupata per un possibile indebolimento della contrattazione collettiva: «Se ho la legge sulla retribuzione minima oraria a 9 euro, rischio di abbassare lo stipendio di chi guadagna di più, invece di alzarlo ai lavoratori poveri».

Schlein scherza: «Se il Partito Democratico avesse fatto tutto bene, una come me non avrebbe mai vinto le primarie», ribatte. «Dopo 19 mesi di governo, per quanto tempo intende scaricare le responsabilità sui governi precedenti anziché assumersi le sue?». Sul salario minimo, dice che «se c’è un Paese che ne ha bisogno, è l’Italia. La misura proposta con le altre opposizioni meritava considerazione del governo. Sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma sfruttamento». 

La discussione passa alla riforma costituzionale. La presidente difende l’elezione diretta del premier: «O la va o la spacca. Ma nessuno mi chieda di scaldare la sedia o stare qui a sopravvivere, non sarei la persona giusta per ricoprire questo incarico». Non una strategia accentratrice, dunque, ma la necessità di «rimettere il boccino delle decisioni in mano ai cittadini», attraverso una «misura democratica e anche economica perché garantisce la stabilità di un governo, rassicurando gli investitori». La politica dell’opposizione non è d’accordo: «La riforma che propongono indebolisce il Parlamento e la democrazia. Dietro quel ‘decidete voi’ c’è un colossale ‘decido io per voi’».

Sul Superbonus, la leader di Fratelli d’Italia difende le scelte del governo. «Io non ho bisogno di fare cassa, ma di limitare l’emorragia di denaro, perché i nostri conti non reggono», spiega, giustificando la necessità di una stretta sulla misura. Schlein accusa l’esecutivo di ipocrisia: «È innegabile che la misura nel momento in cui è stata presa ha cercato di dare una spinta all’economia. La cosa che trovo molto ipocrita da parte di Meloni e della maggioranza è che quando sono state votate le proroghe al Superbonus, lo hanno fatto anche loro». Sul redditometro, Meloni ammette una revisione della norma: «Ho sospeso la norma sul redditometro perché la voglio vedere meglio». Schlein coglie l’occasione: «Il governo è confuso, ha dimostrato grande incoerenza anche Giorgia Meloni. Mi preoccupa un governo che in 19 mesi ha fatto 19 condoni, strizza l’occhio a chi fa il furbo».

Chiude il dibattito il tema della salute. Meloni afferma di aver fatto «il più grande investimento in sanità pubblica». Schlein dice il contrario, affermando che «la spesa sanitaria sta scendendo, la direzione è il 6,2% del Pil, che sarebbe il minimo storico». La parlamentare accusa il governo di avere un piano deliberato per favorire la sanità privata: «Vogliono un Paese in cui chi ha il portafogli gonfio può saltare le liste e chi non ce l’ha rinuncia a curarsi».

Leggi anche: Alleanza Verdi Sinistra rilancia il referendum contro il Jobs Act