Esclusiva

Maggio 6 2024
Alleanza Verdi Sinistra rilancia il referendum contro il Jobs Act

La firma dei leader durante l’evento Alzare gli stipendi!, nel locale romano Monk. L’onorevole Piccolotti: “Riduciamo gli orari a 32 ore settimanali”

Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni firmano il referendum contro il Jobs Act, normativa sul lavoro varata dal governo di Matteo Renzi tra il 2014 e il 2016. I leader di Alleanza Verdi Sinistra ci mettono la faccia tre giorni dopo che il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha sottoscritto l’iniziativa lanciata dal sindacato Cgil. Anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, andrà ai banchetti per siglare l’elenco, scelta che non piace all’ala riformista dem. 

«Bisogna abrogare una legge che, a differenza di ciò che dice Renzi, ha portato una diminuzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici», commenta Bonelli durante l’evento Alzare gli stipendi! La nostra strategia in 10 mosse, nel locale romano Monk. Sugli scaffali di pallet pieni di libri, poster e foglie di potus, i volantini spiegano i quattro quesiti promossi dal segretario della Cgil Maurizio Landini. Ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, permettendo il reintegro dei dipendenti in caso di licenziamento illegittimo. Togliere il tetto di sei mensilità agli indennizzi per gli addetti delle piccole imprese che, senza «giusta causa o giustificato motivo, oggettivo o soggettivo», perdono il posto. Fermare la liberalizzazione dei contratti a termine, obbligando i datori a inserire una causale. Estendere, infine, le responsabilità degli infortuni negli appalti alle imprese committenti. 

«Serve una riforma in grado di cancellare la precarietà e le numerosissime tipologie contrattuali di un mercato del lavoro troppo flessibile», dice Fratoianni. Per invertire la tendenza dell’Italia che, secondo un’analisi Oxfam, registra una riduzione del 13% degli stipendi negli ultimi trent’anni, «è necessario il salario minimo legale e misure di sostegno al reddito che sono state cancellate da questo governo», prosegue. Sulla politica fiscale, il leader di Sinistra Italiana esorta «interventi per detassare non gli straordinari, ma gli aumenti salariali». Poi rilancia la battaglia per «la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione», che crede possibile grazie a «innovazione tecnologica, rivoluzione digitale e automazione».

Concorda l’onorevole di Avs Elisabetta Piccolotti, che nel Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione ha seguito il rapporto di febbraio sull’intelligenza artificiale. «Studi internazionali dicono che la produttività potrebbe aumentare del 10%, si potrebbe ridurre della stessa percentuale gli orari lavorativi, fino a 32 ore settimanali», afferma, proponendo «sgravi fiscali e contributivi per le imprese che mettono in atto queste trasformazioni». La deputata non ha dubbi: «L’alternativa è perdere decine di migliaia di posti di lavoro ed entrare in una condizione in cui la disuguaglianza cresce. C’è un aumento dei profitti a discapito delle quote salariali», conclude, «vogliamo impedire che questo processo diventi irreversibile».

Il pensiero va alle nuove generazioni, che non devono «confrontarsi con il mondo del lavoro in condizione di subalternità», sottolinea Fratoianni, «senza valorizzazione delle competenze e sicurezza sul futuro». Per rappresentare le loro istanze, Avs candida due esponenti dei Giovani Europeisti Verdi. Al Nord-Ovest Benedetta Scuderi, trentadue anni, al Centro Luca Boccoli, il più giovane iscritto nelle liste elettorali italiane. «Sapete quanti eurodeputati under 35 ci sono nel Parlamento europeo? Due», racconta il ventiseienne, che vuole entrare nelle istituzioni per «abolire i tirocini gratuiti, chiedere il diritto a una casa sostenibile a prezzi contenuti, lo psicologo di base e un servizio sanitario universale anche a livello europeo».

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