«Con l’avvicinarsi delle elezioni è stato rilevato un trend di misinformazione che ha avuto come obiettivi le istituzioni europee e alcuni loro rappresentanti, vengono diffuse disinformazioni fake news che erano già circolate in passato per minare la fiducia degli elettori» spiega Giulia Pozzi di Newsguard uno dei più autorevoli fact-checker statunitensi.
Una delle più recenti ha coinvolto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ad essere “incriminata” è una foto – che risale a prima della Seconda guerra mondiale e che è subito circolata in rete – in cui si vede una donna stringere la mano ad Adolf Hitler. Quella donna – secondo le accuse – sarebbe la nonna della presidente della Commissione Europea. Si tratta però di false affermazioni, visto che la giovane immortalata nella foto in bianco e nero è Hildegard Zantop, moglie di un contadino della Prussia orientale, e non ha alcun legame con Von der Leyen.
All’interno dell’immagine – che circola sui social ormai dal 23 novembre 2023, quando è stata condivisa da Norman Finkelstein, uno scienziato politico – appare anche una falsa citazione in inglese attribuita alla presidente della Commissione Ue, che recita: «La mia dolce nonna non si è lavata le mani per un mese dopo questa preziosa occasione». Insomma: l’obiettivo finale era di far credere che, in qualche modo, Von der Leyen potesse essere una nazista. Il post può essere ancora visto sull’account X di Norman Finkelstein che – contattato dall’AFP – non ha risposto alle richieste di spiegazioni che gli erano state fatte, su tutte il motivo per cui si era spinto a dire con certezza che quella fosse proprio la nonna di Von der Leyen.
Ed è grazie a una ricerca inversa delle immagini che la foto dello “scandalo” è stata trovata nell’Archivio fotografico della Prussia Orientale, un portale che raccoglie scatti storici della regione. Da qui è stato possibile dimostrare che l’immagine risale al 1937 e che la didascalia originale dice: «Naunienen, Hildegard Zantop di Naunienen presenta la corona del raccolto alla gioventù rurale della Prussia Orientale durante la festa dei contadini di Bückeburg». Naunienen è il nome di un’antica città della Prussia orientale, che oggi appartiene alla Russia.
Una ricerca genealogica su Von der Leyen – condotta dall’AFP – ha dimostrato che non vi è alcuna prova della relazione diretta tra la donna della foto, Hildegard Zantop, e la famiglia della presidente della Commissione europea. Tra l’altro, come dimostrano gli archivi consultati dall’AFP, nessuna delle nonne di Von der Leyen ha quel nome. Contattata sempre dall’AFP, Anna Langner del sito web dell’Archivio fotografico della Prussia orientale ha confermato che la donna della foto non è la nonna della presidente della Commissione Ue e che però loro, lavorando per v un semplice archivio, non possiedono «conoscenza delle circostanze familiari della persona raffigurata nella foto».
Ma l’ondata di disinformazione ha travolto anche Donald Tusk, il primo ministro polacco. Su Tik Tok è stato pubblicato un video in cui compariva una sua presunta citazione:
“L’identità polacca è un’anormalità, un’associazione che mi si impone con dolorosa insistenza ogni volta che la tocco. L’identità polacca scatena immancabilmente in me il riflesso della ribellione”.
L’autore della grafica ha condiviso il video scrivendo sopra: “allora vai a Bruxelles”.
Il video ha superato le 7.000 visualizzazioni, è stato apprezzato da circa 600 utenti e quasi 130 l’hanno ricondivisa, i commenti sono stati circa 180.
Le parole di Donald Tusk sono vere ma, come riscontrato dalla testata polacca Demagog, provengono da un articolo intitolato “Un polo diviso” pubblicato sul mensile Znak nel 1987. Il video mostra solo un frammento di questo articolo, in cui il politico presentava criticamente l’atteggiamento dei polacchi nei confronti della realtà.
La pubblicazione di Donald Tusk non riguardava la critica alla Polonia e all’identità polacca. Nel testo, l’attuale Primo Ministro stava rispondendo alla domanda “Che cos’è l’identità polacca?”. Per chiarire questo aspetto, Donald Tusk ha presentato l’atteggiamento dei polacchi nei confronti della realtà come diverso da quello prevalente nel mondo.
“L’identità polacca provoca immancabilmente in me un riflesso di ribellione: la storia, la geografia, la sfortuna e Dio sa cos’altro mi hanno gettato sulle spalle un fardello che non desidero particolarmente portare e che non posso (non voglio, dopotutto?) buttare via; […] Io oscillo tra amarezza e commozione, orgoglio e imbarazzo. Poi penso che l’identità polacca, a prescindere dalla sua pesante eredità e dalle sue tragiche associazioni, rimane la nostra comune scelta consapevole”.
Pur condannando duramente l’atteggiamento dei polacchi nei confronti del mondo, permeato da un forte senso nazionalista, Tusk nella conclusione afferma che, nonostante le difficoltà e i vizi storici, si schiera con la Polonia. Nel 2022 il discorso di Tusk era stato già oggetto di una campagna di disinformazione, ma si era schierato dalla sua parte persino il suo avversario politico Jarosław Kaczyński. Il Presidente del partito Diritto e Giustizia aveva ammesso che la citazione dell’articolo riguardante l’identità polacca era stata riportata in modo disonesto. “Ci sono queste parole lì, che l’identità polacca è anormale, ma c’è anche una conclusione nella forma che sceglie comunque la Polonia”.
Tusk è europeista e un probabile bersaglio per chi vuole fare disinformazione sull’Unione Europea e le prossime elezioni.
Secondo Giulia Pozzi questo genere di narrazioni sembrano «configurare un tentativo di minare la fiducia degli elettori nelle istituzioni europee e nei loro principali rappresentanti, dipingendoli come corrotti e inaffidabili».
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