Quando Ambra Sabatini ha saputo che avrebbe sfilato come portabandiera per l’Italia ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, è rimasta senza parole. Ancora adesso, quando ripensa a quel momento, si emoziona «La voce mi trema ancora quando lo racconto. So che è un ruolo importante, cercherò di onorare il nostro tricolore. Non dimenticherò mai quella chiamata. La mia famiglia è fiera di me». Nata nel 2002 a Livorno e cresciuta a Porto Ercole, Ambra Sabatini è una delle stelle emergenti dell’atletica paralimpica. Sin da bambina, ha mostrato una forte passione per lo sport, con esperienze nel pattinaggio e nella pallavolo prima di dedicarsi solo all’atletica leggera. La sua determinazione e il suo talento l’hanno portata a eccellere, trasformandola in un simbolo di resilienza e speranza.
La Giunta del Comitato Italiano Paralimpico ha accolto la proposta del presidente Luca Pancalli, annunciando che Ambra Sabatini e il nuotatore e paraciclista Luca Mazzone riceveranno il tricolore italiano dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Pancalli ha elogiato entrambi come «Due protagonisti dello sport Paralimpico italiano e mondiale che rappresentano al meglio una squadra con importanti ambizioni e grandissimo talento».
Il percorso di Ambra ha incontrato una sfida imprevista e drammatica. Il 5 giugno 2019, mentre si dirigeva verso un allenamentoa Grosseto con suo padre, Ambra è stata coinvolta in un terribile incidente stradale. Un’auto ha invaso la loro corsia, causando un impatto devastante che ha portato all’amputazione della sua gamba sinistra fino al ginocchio. Nonostante la gravità della situazione, Ambra ha mantenuto la coscienza e ha lottato per rimanere aggrappata alla vita. «Di quel momento lì mi ricordo tutto. Volevo e sentivo che dovevo lottare con tutta me stessa» ha raccontato. Anche sull’elisoccorso, mentre rifletteva sul suo futuro, Ambra ha iniziato a considerare la possibilità di tornare a correre con una protesi. L’incidente ha segnato un momento cruciale nella vita di Ambra. La sua forza di volontà e il supporto della famiglia sono stati determinanti per affrontare il lungo percorso di riabilitazione. Nei mesi successivi all’incidente, ha affrontato momenti di sconforto, ma la sua determinazione l’ha spinta a non arrendersi. «Volevo riprendere il controllo della mia vita, volevo correre ancora, sentire il vento in faccia e fra i capelli» ha detto. Grazie all’incoraggiamento della sua famiglia e del suo team medico, Ambra ha iniziato a fare progressi straordinari, dimostrando una resilienza fuori dal comune.
La determinazione di Ambra l’ha portata rapidamente a tornare allo sport. Ha iniziato con il ciclismo e il nuoto durante la riabilitazione, prima di ottenere una protesi adatta alla corsa «Da una parte mettere quella protesi doveva essere un momento bello ma comunque dall’altra hai sempre a che fare con uno strumento nuovo, che non conosci, che pesa tantissimo, che non riesci a controllare, la senti una parte diversa da te, dal tuo corpo e li per li è anche scoraggiante. Poi appunto, ti ci abitui». Il ritorno in pista e poi il successo: ai Campionati Italiani Paralimpici e al Grand Prix di Dubai, dove ha stabilito un nuovo record mondiale paralimpico nei 100 metri T63, categoria di cui fanno parte gli atleti che presentano un’amputazione monolaterale sopra o attraverso il ginocchio. Ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, Ambra ha conquistato l’oro e stabilito un nuovo record mondiale di 14″11. La sua ascesa è continuata ai Mondiali di Parigi del 2023, dove ha nuovamente battuto il record mondiale con un tempo di 13”98.
Dietro questi traguardi c’è sempre stata la presenza costante della sua famiglia che ha rappresentato un pilastro fondamentale nel suo percorso. Il padre Ambrogio, appassionato di sport, l’ha sempre sostenuta e accompagnata agli allenamenti. Anche suo fratello gemello, Lorenzo, condivideva questa passione, essendo stato un promettente calciatore. La comunità di Porto Ercole ha mostrato un calore straordinario nei suoi confronti, organizzando feste e celebrazioni per onorare i suoi successi. «Porto Ercole è sempre stata fantastica. Tantissimo calore. Casa è casa e si sente l’amore della gente che ti vuole bene» ha detto Ambra.
Adesso però c’è Parigi. Sabatini è determinata a conquistare il primo posto ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. Questo obiettivo ha richiesto un intenso allenamento fisico e mentale, ma Ambra ha accolto la sfida. “La gara è sempre più agguerrita, ma ci sono, abbiamo lavorato tanto e quindi sono fiduciosa». Parigi rappresenta non solo un’opportunità per confermare il suo status di campionessa, ma anche un’occasione per dimostrare al mondo intero la sua resilienza e dedizione.
La preparazione per Parigi è inoltre al centro del documentario che sta girando con la troupe di Giffoni Film Festival, un festival cinematografico. Si tratta di un progetto che mira a catturare non solo la vita sportiva di Ambra, ma anche il suo percorso personale e familiare. «Spero ne esca qualcosa di bello e positivo» ha detto Ambra, riflettendo sull’importanza di condividere la sua storia. Dopo Parigi, ci sono già nuovi obiettivi in mente, come il salto in lungo, «È un’altra disciplina in cui spero di eccellere». Intanto, con Parigi all’orizzonte, è pronta a correre verso questo nuovo obiettivo.
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