Esclusiva

Giugno 20 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 26 2024
I cheap fake di Biden, una guerra di propaganda

Dalle allucinazioni al G7 alla sedia invisibile del D-Day: la campagna di disinformazione per attaccare il presidente Usa in vista delle elezioni di novembre

Il 13 giugno il quotidiano americano The New York Post ha pubblicato su X un video del vertice G7, la riunione delle sette principali economie della Terra, che si è tenuto a Borgo Egnazia, in Puglia. Nelle immagini, girate nel primo giorno del summit, si vede il gruppo dei capi di Stato e di governo che osserva l’esibizione paracadutistica del reparto attività sportive della Folgore dell’esercito italiano. A un certo punto, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si volta a sinistra e si allontana di qualche metro, alzando i pollici verso il nulla. A richiamarlo, pochi istanti dopo, è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che lo invita ad ascoltare assieme agli altri leader il discorso dei soldati appena atterrati. Nel testo allegato al video della testata di proprietà di News Corp, l’azienda del magnate australiano Rupert Murdoch, si legge: «Il presidente Biden è sembrato allontanarsi durante il vertice del G7 in Italia, e i funzionari hanno dovuto riportarlo alla concentrazione».

Biden cheap fake

Una settimana prima, in Francia, alla commemorazione per l’ottantesimo anniversario del D-Day, lo sbarco in Normandia delle forze alleate, l’inquilino della Casa Bianca viene filmato mentre cerca di sedersi su una sedia «inesistente». Al termine della cerimonia, è ripreso mentre lascia il palco, scortato dalla moglie Jill, anticipando il presidente francese Emmanuel Macron, che rimane da solo a salutare i reduci della Seconda guerra mondiale.

I video diventano presto virali e scatenano il dibattito sull’incapacità di Biden di guidare gli Stati Uniti. Questi contenuti sono centrali nella campagna di disinformazione del partito repubblicano in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre. L’obiettivo del Grand Old Party di Donald Trump è rappresentare lo sfidante come un «rimbambito», troppo vecchio per il ruolo che ricopre. A ottantuno anni, Biden è il presidente in carica più anziano della storia degli Usa e in caso di riconferma arriverebbe alla fine del secondo mandato ottantaseienne. In alcune occasioni è apparso spaesato, più volte è inciampato sulle scale per salire e scendere dall’aereo nei viaggi internazionali.

La campagna della destra, tuttavia, esaspera i punti di debolezza dell’avversario, manipolando la sua immagine per farlo apparire più in difficoltà di quanto sia. La tecnica è efficace e fa uso dei cosiddetti cheap fake, contenuti falsi a basso costo, l’opposto dei deep fake, falsi creati ad arte con l’intelligenza artificiale. Le clip sono editate in modo rapido, risultano semplici da realizzare e molto persuasive. Il più delle volte, scrivono Toluse Olorunnipa e Adriana Usero sul Washington Post, «travisano gli eventi, manipolando video o audio, o tralasciando il contesto». Riprese di quattro secondi di Biden con gli occhi chiusi, oppure filmati in cui il presidente è così immobile da sembrare congelato, diventano prove di «problemi fisici e mentali».

Il fact checking dei filmati manipolati su Joe Biden

Nel caso del video al G7 diffuso dal New York Post, che su X ha raggiunto sette milioni e mezzo di visualizzazioni, sembra che Biden vaghi nel vuoto, rivolto da tutt’altra parte rispetto al resto del gruppo, ma il contenuto è decontestualizzato. Le riprese sono tagliate in verticale e omettono gli elementi laterali. Nel video integrale, pubblicato su YouTube dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, l’inquadratura più larga mostra che Biden si sta complimentando con un gruppo di paracadutisti in ginocchio, appena planati sul campo da golf. Un dettaglio che è visibile in maniera ancora più chiara in un reel, pubblicato su Instagram da Nbc News. È un angolatura diversa, in cui il presidente è ripreso di spalle e ammira l’arrivo dei paracadutisti.

Il vice segretario stampa della Casa Bianca, Andrew Bates, ha scritto su X che «i canali di Murdoch sono così disperati nel cercare di distogliere l’attenzione dai risultati record di Biden che si limitano a mentire. In questo caso, usano un’inquadratura artificialmente stretta per nascondere agli spettatori che ha appena assistito a una dimostrazione di paracadutismo». Lo stesso concetto è stato espresso dalla portavoce della campagna elettorale di Biden, Mia Ehrenberg, che si è scagliata in modo più diretto contro i repubblicani: «Sono ricorsi alla patetica manipolazione e distorsione dei filmati perché non riescono ad attaccare il record di risultati di Biden per il popolo americano» ha scritto in una nota citata dal Washington Post.

Anche la gaffe in Normandia è frutto di una manipolazione. Il video di dodici secondi in cui Biden prova a sedersi su una sedia invisibile (che in realtà c’è) è incompleto. Il filmato, ricondiviso sui social da alcuni influencer di destra, viene interrotto proprio quando il presidente si rivolge alla moglie, che secondo un’interpretazione degli utenti, non confermata da nessuna fonte ufficiale, gli suggerirebbe di fermarsi per non cadere per terra. Ma nel filmato più lungo, di diciassette secondi, si vede che i presenti accanto a lui, Jill Biden e Emmanuel Macron compresi, si siedono. Biden rimane piegato e quasi immobile per alcuni secondi, solo perché attende la fine del discorso.

Biden cheap fake

Le narrazioni dei repubblicani e l’attacco di Tucker Carlson

Una strategia di questo tipo può sembrare banale e fine a se stessa, incapace di influenzare un gran numero di persone ed elettori. In realtà, anche grazie ad alcune testate di destra – oltre al New York Post c’è anche il The Sun, sempre nel gruppo News Corp di Murdoch – gli utenti raggiunti sono decine di milioni. Influisce l’utilizzo di termini scurrili e offensivi, come quelli pronunciati dal giornalista Tucker Carlson, sostenitore di Trump, nel suo programma Ask Tucker: «Biden sta morendo davanti alla gente in tempo reale – ha detto – per quanto tempo ancora la squadra del presidente potrà continuare questa farsa e sostenere il cadavere?». Una diretta che circola sui gruppi Telegram di propaganda filorussa, come Donbass Italia e InfoDefense Italia. E su X, tramite nuovi influencer come Collin Rugg, i contenuti di disinformazione vengono diffusi facilmente.

I cheap fake di Biden, una guerra di propaganda

Un altro video falso: Biden «congelato» è scortato da Obama

Gli attacchi non si limitano ai summit internazionali. Sabato 15 giugno, il presidente era al Peacock Theater di Los Angeles a un evento di raccolta fondi per finanziare la campagna elettorale. Con lui, sul palco, oltre al noto conduttore della Abc, Jimmy Kimmel, e ad alcune stelle del cinema di Hollywood, era presente Barack Obama, alla Casa Bianca dal 2008 al 2016. In un breve video girato al termine dello show, Biden resta alcuni secondi fermo a fissare la platea di sostenitori, per poi tornare dietro le quinte accompagnato dallo storico amico. È ancora una volta il New York Post a diffondere un’interpretazione errata dell’accaduto. Il giorno dopo, infatti, la testata di Murdoch, fondatore del canale tv conservatore e pro-Trump Fox News, pubblica un articolo sul proprio sito dal titolo «Biden sembra congelarsi, deve essere portato fuori dal palco da Obama durante la raccolta fondi mega-bucks di Los Angeles». Per l’autore del pezzo, Chris Nesi, il momento in cui il leader afroamericano «prende il polso» del presidente e lo porta fuori è «imbarazzante». Donald Trump ha condiviso il video sulla sua piattaforma Truth Social, commentando: «Vuoi davvero che sia lui il tuo presidente?». Il post ha ottenuto più di dodicimila Mi piace, quasi cinquemila condivisioni e tremila commenti. A smentire la ricostruzione è il senior advisor di Obama, Eric Shultz, che ha ripreso il tweet del Post con una precisazione lapidaria: «Questo non è accaduto».

Biden cheap fake

La portavoce di Donald Trump: «Non sono fake, questo è il vero Biden»

Le correzioni dei democratici riportate dai media mainstream, fra cui la Cnn, non toccano i repubblicani, convinti che quello di Biden sia «un modello di comportamento, non un caso isolato». Così ha parlato in un’intervista la portavoce della campagna di Trump, Karoline Leavitt: «Non è che stiamo realizzando questi video. Questo è Joe Biden in tempo reale. Lo stiamo semplicemente pubblicando perché il mondo lo veda. È scandaloso che vengano usate le parole ‘falso’ e ‘a buon mercato’», ha continuato. «Non c’è niente di scadente o falso in questi video. Sono vere e proprie clip di Joe Biden che si comporta in modo bizzarro».

Ci sono anche le foto e gli audio creati con l’intelligenza artificiale a ostacolare la riconferma di Biden alle presidenziali di novembre. Come quello diffuso via telefono lo scorso gennaio, in occasione delle primarie del partito democratico, in cui Biden chiede ai suoi elettori del New Hampshire di non andare a votare. Oppure l’immagine del presidente con la divisa militare in una «riunione con la massima leadership militare del Paese».

Biden

La reazione della Casa Bianca: «Clip distorte realizzate in malafede». Ma gli americani sono preoccupati dalla salute del presidente

Fino ad arrivare ai meme, che riescono a raggiungere una gran quantità di utenti. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha fatto riferimento proprio ai cheap fake. Durante l’intervento alla conferenza stampa di lunedì ha sottolineato che i video sono distorti e «realizzati in malafede». Il comitato nazionale repubblicano ha rilanciato le sue parole su X precisando: «Karine Jean-Pierre è arrabbiatissima perché distribuiamo clip non filtrate, non montate e disponibili al pubblico di Biden. Lo faremo di più».

L’età del presidente Usa e i suoi atteggiamenti in pubblico sono i bersagli principali della campagna diffamatoria dei repubblicani. La narrazione di un leader goffo, confuso e non in controllo delle sue azioni alimenta il clima di tensione in vista del voto. Secondo un recente sondaggio di Nbc News, il 76% degli americani intervistati afferma di essere assai preoccupato per la salute mentale e fisica di Joe Biden. Al tempo stesso, anche la candidatura di Trump lascia più di qualche dubbio: a febbraio, per il 61% degli elettori la maggior preoccupazione era data dai quattro processi penali e civili per le molteplici accuse di reato nei confronti del tycoon. Un dato che oggi, dopo la condanna per 34 capi d’accusa nel processo Stormy Daniels, è per lo meno da rivedere.

I cheap fake di Biden, una guerra di propaganda

Leggi anche: Come la propaganda russa cerca di manipolare l’opinione pubblica occidentale