Esclusiva

Giugno 26 2024
L’Europa che cambia, il nuovo numero di Zeta

Un’Europa che cambia. Nel nuovo periodico di Zeta spieghiamo il come e il perché. Attraverso grafiche e mappe, con le parole di esperti come Bill Emmott, storico direttore dell’Economist. All’interno l’analisi dei profili che saranno protagonisti della politica europea dei prossimi anni, con un occhio allo scenario italiano

Editoriale di Alessandro Imperiali

L’Occidente è vecchio e senza più fantasia. Siamo pochi e sempre meno. Il dato demografico confrontato con gli altri continenti mostra l’incapacità dell’Europa e degli Stati Uniti d’America di rigenerarsi ed essere appetibile agli occhi degli altri paesi del mondo. Logorato dagli interessi dei singoli Stati e inadeguato nel guardare in maniera compatta e concreta al futuro. 

Con la Cina, l’Iran e la Russia che penetrano nelle altre nazioni e fomentano rivolte, con i Brics che si organizzano e con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, non è, però, possibile perdere altro tempo. Per questo, se non si vuole finire per essere una semplice comparsa dello scacchiere geopolitico, la parola chiave è “unità”. Ognuno con le proprie differenze ma decisi sui grandi temi. Unità non solo per legiferare ma di intenti, di solidarietà e di destino. Per costruire insieme nuovi immaginari e ritrovare un’identità comune. Fattori necessari per l’Europa quando gli Stati Uniti d’America appaiono agli occhi del mondo così fragili. La terra dei sogni e della gioventù è finita per essere la culla delle degenerazioni dove a sfidarsi per il comando della Casa Bianca sono Joe Biden e Donald Trump, rispettivamente ottantuno e settantotto anni. 

Le ultime elezioni tenutesi tra il 6 e il 9 giugno, nonostante poco cambierà in termini di maggioranze del prossimo Parlamento, hanno mostrato uno spostamento politico verso destra in molte delle principali nazioni dell’Unione Europea, inclusi alcuni tra i fondatori come Italia, Francia, Belgio e Germania.  Da quando ancora si chiamava Comunità economica europea (Cee), questo mondo politico porta avanti la retorica dell’Europa dei popoli contro quella degli Stati. Il 9 giugno i popoli hanno dato loro ragione. Riusciranno a tenerli uniti per una nuova pagina da scrivere e per non far diventare luoghi di villeggiatura quelle città che hanno scritto la storia della nostra civiltà? La sfida è grande. La sua gioventù ne sia protagonista.

Leggi anche: Febbre dell’oro a Parigi, il nuovo numero di Zeta dedicato ai Giochi