All’alba di venerdì 28 giugno, il palco della Cnn ad Atlanta ribolle di tensione. L’aria è densa di attesa mentre le luci illuminano due figure distinte al centro della scena. Joe Biden, 81 anni, con il volto segnato dalla fatica, si prepara ad affrontare Donald Trump, 78 anni, che sfoggia la sua solita spavalderia. Il duello verbale è pronto a scatenarsi davanti agli occhi di milioni di spettatori. Il dibattito, seguito in diretta da milioni di americani, ha subito rivelato la sua natura caotica. Entrambi i candidati non godono di giovane età e sono i più anziani della storia recente americana.
Biden, reduce da sei giorni di preparazione a Camp David, ha mostrato segni di stanchezza fin dalle prime battute. La sua voce, rauca e affaticata, si è persa tra le accuse incalzanti di tycoon. Quest’ultimo, con la sua solita energia, ha colto ogni occasione per ribadire le sue affermazioni, lasciando il presidente spesso senza parole. Gli argomenti saltavano senza sosta dall’inflazione all’immigrazione, dalla Russia all’economia, in una danza confusionaria per gli spettatori. Nel finale del talk, la discussione si è spostata sull’età dei candidati. Biden ha ricordato con orgoglio i suoi inizi come il più giovane in politica, sottolineando i suoi successi recenti come prova della sua competenza. Trump, non da meno, ha vantato i suoi test cognitivi superati durante la presidenza, sfidando il concorrente a fare altrettanto.
In un momento surreale, i due hanno finito per discutere delle loro abilità atletiche e dei risultati a golf. Con i moderatori che salutavano, le telecamere ancora accese hanno catturato un silenzio imbarazzante: i due concorrenti immobili come statue in un duello senza fine. Alla fine, tycoon ha abbandonato la scena da solo, mentre la first lady Jill Biden è salita sul palco per accompagnare il marito all’uscita, chiudendo un confronto che molti ricorderanno come il più disordinato degli ultimi decenni.
Molti commentatori, anche di area democratica, hanno detto che il dibattito è stato vinto da Trump. Secondo Antonio Di Bella, giornalista Rai ed ex corrispondente dagli Stati Uniti, ha affermato che Biden «potrebbe fare quello che fece Johnson nel 1968, sempre a Chicago. Johnson fu contestato dagli studenti per la guerra in Vietnam. C’è una spaventosa similitudine, perché in quelle elezioni vinse Nixon contro un debole Humphrey. Bisogna vedere se accetterà di fare un passo indietro o se insisterà nel tenere la sua candidatura». Subito dopo la fine della diretta, molti big del Partito democratico stanno pensando un modo per convincere il presidente a fare un passo indietro in vista della prossima convention di metà agosto. Il nome di Michelle Obama non è da escludere, ma la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer sembra essere la favorita in caso di rinuncia.
Di Bella si è concentrato anche sulla grande disaffezione per la politica da parte degli elettori statunitensi: «Per i cittadini americani, questi candidati sono i peggiori della storia. Non sono amati dai propri sostenitori, questo è un fatto raro. Sono i più vecchi ed è paradossale che entrambi i partiti non riescano ad esprimere delle personalità valide e popolari».
A prescindere da chi saranno gli sfidanti per le elezioni di novembre, i dibattiti del prossimo autunno alzeranno ancor di più la posta in gioco tra i contendenti. Il confronto sarà ancora più duro e senza esclusione di colpi, con ciascun candidato che cercherà di sfruttare ogni minimo errore dell’avversario per ottenere un vantaggio decisivo nella corsa alla Casa Bianca.
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