In piazza migliaia di persone cantano: «Siamo tutti antifascisti». Sembrerebbe l’Italia, ma non lo è: siamo in Francia, a Parigi. Il primo turno delle elezioni parlamentari si è concluso con la vittoria del Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella, che ha ottenuto una percentuale più alta rispetto alle elezioni europee, totalizzando il 34% dei voti.
L’affluenza è stata la più alta degli ultimi quarant’anni: quasi il 65% degli elettori francesi si sono recati alle urne, segno che quando si vogliono cambiare le cose il voto è ancora considerato lo strumento adatto.
Il secondo classificato, con una percentuale del 28%, è il Nouveau Front Populaire, un’ampia coalizione di opposizione che ha riunito la sinistra radicale rappresentata dalla France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, i socialisti, i verdi, e i moderati di Raphaël Glucksmann.
Il grande sconfitto di questa prima tornata elettorale, come ha scritto anche Le Monde, è Ensemble il partito di Emmanuel Macron che ha raccolto il 20% delle preferenze.
Il sistema elettorale francese non è un semplice proporzionale. Si vota per dipartimenti e il territorio è suddiviso in 577 circoscrizioni elettorali, pari al numero di seggi da riempire. Se un candidato ottiene la maggioranza assoluta al primo turno (50% dei voti più uno), viene eletto, altrimenti va al ballottaggio. Il 30 giugno sono stati eletti 76 deputati, 39 dei quali appartenenti al Rn o allo schieramento di Eric Ciotti, leader repubblicano che ha deciso di presentarsi alle elezioni con Marine le Pen e Jordan Bardella.
Il Presidente francese ha parlato ieri sera alle 20, affermando che: «Di fronte al Rassemblement National, è arrivato il momento di una manifestazione ampia, chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno».
Le strategie in vista del 7 luglio sono molteplici: «il Presidente Macron è uscito di scena già da tempo è troppo odiato» dice Jean Pierre Darnis. È Gabriel Attal, il suo primo ministro, che in queste ore sta riunendo i deputati e cercando di formare un fronte con la destra moderata e il centro. «Ci sono però alcune sfumature – dice Darnis – alcuni non vogliono sostenere la France Insoumise, ma bisognerà attendere ancora un po’ per vedere che cosa riusciranno a fare».
Il partito di Melenchon ha già annunciato che i candidati posizionatisi terzi nella triangolari si ritireranno per contrastare il Rn. Al momento per Darnis: «È improbabile che il partito di Len Pen possa ottenere la maggioranza assoluta. Lo scenario più realistico è quello in cui il Rassemblement vince ma non ha sufficienti deputati per governare da solo. In quel caso potrebbe esserci un governo tecnico o un governo di unità nazionale».
Bisognerà attendere ancora una settimana per vedere come trionferà il Rassemblement National, ciò che è certo è che in Parlamento il Rn sarà in maggioranza. Resta da capire se assoluta o relativa.
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