Esclusiva

Luglio 28 2024
Giovanni Toti, la racchetta col tocco di piuma

La nostra intervista al primo azzurro che è riuscito a qualificarsi ai Giochi nella storia del badminton maschile

Non sarà una medaglia, ma per Giovanni Toti la qualificazione alle Olimpiadi ha due facce. Ansia e liberazione, vissute entrambe dal Perù, dove era andato a trovare la fidanzata Fernanda per godersi il traguardo e staccare da tutto, tranne che dal telefono: <<Mi hanno chiamato per dirmi che c’era stato un errore della federazione mondiale. Avevano sbagliato a calcolare i punteggi, non ero ancora dentro>>. Forse avrebbe fatto meglio a non rispondere.

E pensare che prima di partire aveva ricevuto una chiamata dal tono del tutto diverso. La voce è quella di Carlo Beninati, presidente della federazione italiana di badminton: <<Hai fatto la storia del nostro sport!>>, Giovanni ha appena scoperto che a 23 anni sarà il primo azzurro della sua disciplina a partecipare al torneo maschile dei Giochi. <<Mio padre mi stava accompagnando in aeroporto, ero così incontenibile che stavamo per schiantarci sul guardrail. Il volo durava 12 ore, ho trascorso le prime quattro a guardare i video delle partite e le foto dei tornei>>.

Passano le settimane e durante il viaggio riceve la brutta notizia. <<Una cosa assurda: non so se per un errore del software o altro, i giocatori minori erano entrati in tornei di alto livello. Il ranking era sballato, così hanno cancellato alcune settimane dal calcolo dei punteggi. C’era anche quella in cui avevo raggiunto la semifinale al Challenger di El Salvador. Non mi restavano più tornei per recuperare>>. Anche davanti ai problemi, però, ha imparato a essere leggero. Un po’ come un volano. <<Appena messo giù il telefono, ho guardato la mia ragazza: “Ma non mi rompano le scatole, sono in vacanza”>>.

Sembrava essere fuori dai Giochi, o almeno dalla prima parte dei qualificati. Ma la rinuncia di un giocatore australiano gli ha consentito di scalare fase. <<La cosa che mi ha dato più fastidio è che in molti mi abbiano definito “ripescato”. Si trattava solo di un’altra tranche>>. Una situazione simile a quella che gli è capitata nel 2018, prima di arrivare a vincere l’oro durante le Olimpiadi giovanili a Buenos Aires. Se il feeling è lo stesso di quello provato in Argentina, può incrociare le dita: <<Per scaramanzia meglio non dire niente. Ma queste sensazioni mi hanno riportato lì>>. Di certo adesso può vantare una mentalità più matura. <<Prima stavo male all’idea di cosa potessero pensare le persone sugli spalti. Arrivavo a spaccare le racchette>>.

E pensare che per Giovanni Toti è tutto nato a causa di un’esigenza di famiglia. <<Fino ai dodici anni ho giocato a tennis, però costava troppo. Mia madre mi disse “Giovanni, devi trovarti un altro sport”. All’inizio era contenta del badminton: “Hai scelto lo sport perfetto”. Racchette e iscrizione erano davvero economiche>>. Ma il professionismo porta anche rogne. <<Le spese sono tornate alte. Ormai dice che potevamo continuare col tennis>>. Tertium datur, perché in realtà c’era una terza via agonistica. Dal tocco di piuma necessario nel badminton, spesso Giovanni passava alle botte coi guantoni. <<A partire dai tredici anni ho praticato boxe in parallelo. Mi ha aiutato a sentirmi più spavaldo anche con la racchetta in mano. Volevo essere mentalmente forte>>.

Rappresenterà il centro sportivo esercito italiano a Parigi, dove porterà con sé <<mamma e papà, forse anche mia sorella. Nonno invece no, ha paura dell’aereo, ma mi seguirà da casa>>. E di sicuro in valigia non potrà mancare una lettera speciale, fissata dalla spilla ufficiale delle Olimpiadi: <<In realtà è datata 11 marzo. Non mi ero ancora qualificato, me l’ha regalata la mia ragazza mentre affrontavo un momento difficile>>. Anche lei gioca a badminton, seppur dall’altra parte del mondo. <<Condividiamo un ciondolo, c’è scritto “cerca con el corazón”, significa “vicini col cuore”. Lo bacio sempre prima di andare a dormire>>. Fernanda e Giovanni si ritrovano talvolta sotto rete, un po’ come Lady Cocca e Marion, la gallina e la volpe della trasposizione animata a firma Disney di Robin Hood, famose per aver reso il badminton popolare in occidente. <<È lei il mio vero portafortuna>>, Giovanni sorride ogni volta che la menziona. Chissà che il binomio vincente non si ripeta nella vita reale, in Italia o in Perù, magari staccando il telefono la prossima volta.

FIBA