Esclusiva

Agosto 22 2024
Chicago riaccende la gara: Harris sfida Trump per la Casa Bianca

La candidata democratica riceve il sostegno dalla Convention in Illinois. Secondo i sondaggi, la vicepresidente è in vantaggio nella corsa presidenziale

Le luci abbaglianti dello United Center di Chicago si riflettono sulle bandiere variopinte dei delegati, mentre l’aria è carica di una tensione elettrizzante. È passato soltanto un mese da quando Joe Biden ha scelto di ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca. Allora, i sondaggi prefiguravano una vittoria facile per Donald Trump, un ritorno alla presidenza quasi scontato. Ma lo scenario è cambiato in fretta. Con la vicepresidente Kamala Harris al timone, i democratici sono tornati in campo, sfidando il destino con un’energia rinnovata e una coalizione che sembra più forte e determinata che mai.

L’evento della città ventosa non è solo una celebrazione di quella diversità che definisce l’identità democratica, ma anche una dichiarazione di intenti. Sul palco, Michelle Obama infiamma la platea con il suo appello a votare, ricordando che il sogno americano va difeso ogni giorno. “Speranza contro paura”, ripete l’ex first lady. L’altra ex first lady e candidata alla presidenza nel 2016, Hillary Clinton, accanto a lei, riporta i presenti indietro nel tempo, fino a quando essere donna significava non avere voce, e rilancia la sfida con il suo celebre “Keep going”. La loro presenza non è solo simbolica: è il richiamo alla continuità di una battaglia iniziata decenni fa e che ora si rinnova con Harris come protagonista.

Ma la Convention ha anche un altro volto, quello più popolare e familiare del candidato alla vicepresidenza Tim Walz. La sua presentazione al grande pubblico avviene attraverso un video che racconta la sua storia di ex insegnante, allenatore di football e governatore del Minnesota. In sala, i figli, commossi, applaudono mentre il video scorre: un’immagine di intimità familiare che rafforza il legame emotivo con i sostenitori. Il suo messaggio è inclusivo, orientato alla comunità: un mondo dove «tutti hanno un posto e tutti contribuiscono». Eppure, nonostante i toni concilianti, Walz deve fronteggiare attacchi duri da parte dei repubblicani, che lo criticano per la sua carriera militare e persino per le scelte personali legate alla fecondazione assistita. Ma il governatore preferisce guardare avanti, parlando di unità e valori condivisi, in un discorso che vuole far breccia nel cuore di quegli elettori indecisi che saranno decisivi a novembre.

Le esibizioni di artisti come Stevie Wonder regalano momenti di leggerezza, ma il messaggio politico resta chiaro e inequivocabile. L’ex presidente Bill Clinton e l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi non si trattengono nel dipingere Trump come una minaccia per l’America e per il mondo. L’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 è il simbolo che rischia di sprofondare nell’incubo del caos e della divisione. «Non possiamo permettere che la paura ci riporti indietro», tuona Pelosi, mentre Clinton esorta alla mobilitazione totale: ogni voto conta, e lo scontro non è solo contro un uomo, ma contro un’idea di Paese che per molti rappresenta una regressione.

Dietro le quinte, Kamala Harris ascolta consapevole dell’importanza del momento. Quando Biden si è ritirato, le sue possibilità per essere rieletto sembravano limitate. Gli ultimi sondaggi, invece, dipingono una situazione diversa: la vicepresidente ora è in vantaggio sul tycoon a livello nazionale, con un 49% contro 45% secondo la rilevazione più recente del Washington Post/ABC News/Ipsos. Se a luglio Trump era avanti su Biden, con il 43% contro 42%, oggi Harris non solo ha superato quelle cifre, ma ha consolidato una posizione cruciale negli swing states, dove la partita si giocherà sul filo del rasoio.

Il cambio di tendenza sta alimentando nuove speranze nei dem. La strategia di puntare su un’alleanza ampia, capace di attrarre non solo elettori progressisti, ma anche indipendenti e moderati, sembra funzionare. E proprio su questa base la sua campagna è costruita: unire gli Stati Uniti contro un nemico comune e rilanciare l’ideale di una democrazia inclusiva. La strada è ancora lunga e i margini restano stretti, ma quella che sembrava una marcia solitaria dei repubblicani è diventata una contesa aperta. L’esito delle elezioni dipenderà da chi riuscirà a conquistare quei pochi, decisivi voti negli Stati in bilico, e in questo gioco complesso, Kamala Harris sembra avere trovato la sua strada per diventare la frontwoman di un cambiamento tanto atteso quanto incerto.