Dall’umida sezione di Colle Oppio a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ne ha fatta di strada. E con lei Fratelli d’Italia, che al Circo Massimo a Roma, dal 8 al 15 dicembre, festeggia il terzo Atreju di governo. La kermesse del partito della fiamma, “la via italiana” è il nuovo claim, debutta anche quest’anno, pioggia permettendo, tra piste di pattinaggio, presepi viventi con annesse mucche e asinelli e proposte culinarie made in Italy. A pochi metri dall’ingresso principale, in via dell’Ara Massima di Ercole, superato il pantheon del pensiero di destra – un lungo pannello affollato da volti di personaggi storici come Colombo e Marco Polo – ad accogliere sostenitori e curiosi infreddoliti anche il “Gufoadvisor”. Dopo i cartelloni esibiti lo scorso anno, è la nuova trovata dei giovani volontari in felpa bordeaux che raccoglie le “migliori gufate della sinistra” non andate a segno. Nel mirino frasi sfortunate e previsioni sballate dell’opposizione, ma anche di noti giornalisti.
Illuminato l’albero di Natale, via con gli incontri e i dibattiti. Sovrintende Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito, fonico per un giorno. Dopo l’intervista del giornalista Tommaso Labate a Marcello Pera, un dialogo su egemonia culturale e dintorni, la platea si accende per il confronto a tre fra Pietrangelo Buttafuoco, Paolo Bonolis e Fausto Bertinotti. “Uomini sempre poco allineati”, con l’ex leader di Rifondazione Comunista che non risparmia stilettate al centrosinistra «molto malconcio»: Schlein? «Fa come può». Nei prossimi giorni oltre agli ospiti internazionali, il presidente argentino Javier Milei e il premier libanese Najib Mikati, sono attesi il leader dei cinque stelle Giuseppe Conte, Carlo Calenda di Azione e molto Pd: Goffredo Bettini, l’ex segretario Enrico letta, il sindaco Gualtieri, il nuovo governatore dell’Emilia Romagna de Pascale. Qui «c’è il confronto di tutte le posizioni politiche», ricorda Fabio Roscani presidente di Gioventù Nazionale, «ci sono da sempre, dal 1998, personaggi di destra e di sinistra».
Atreju è una «piazza libera», ma è soprattutto la festa di quei «vecchi giovani» chiamati sul palco dall’eurodeputato Nicola Procaccini, moderatore dell’ultimo panel della giornata dedicato alla storia della manifestazione. La generazione Atreju, cresciuta a pane e militanza al fianco della premier, che dal 4% del 2018 ha sfiorato il 30% dei consensi alle ultime europee di giugno. Da Marco Marsilio, “Il lungo”, oggi presidente della regione Abruzzo, a Francesco Filini, “Delfino”, responsabile del programma di Fdi, passando per Federico Mollicone, “Mollica”, presidente della commissione Cultura alla Camera. In rappresentanza del nord, un tempo opposizione interna, Carlo Fidanza che ricorda le accese assemblee di Azione Giovani. A bordo palco c’è lei, Arianna Meloni, plenipotenziaria del partito. Tutti la cercano, tutti la vogliono. Tra un abbraccio e un selfie, «Te posso salutà? Ao a bello come stai!», la sorella della premier raccoglie occhiate e cenni d’intesa, mentre si gode lo spettacolo: un album dei ricordi che strappa più di qualche sorriso tra il pubblico divertito. Perché per i Fratelli, oggi, è importante anche tenere i piedi per terra, ammonisce Chiara Colosimo, presidente della commissione Antimafia, “la formica atomica”: «Il rischio di scordarci da dove veniamo è sempre dietro l’angolo».
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