Esclusiva

Febbraio 10 2025
«No all’alleanza con i neonazisti dell’AfD», il messaggio di migliaia di tedeschi alla Cdu di Merz

Fionn Grosse è tra i cittadini scesi in strada in Germania per opporsi ad una possibile intesa di governo tra i cristiano-democratici e l’estrema destra

Il grido è unanime: «la democrazia ha bisogno di te». Dopo un anno, i tedeschi tornano a farsi sentire contro l’estrema destra dell’AfD in vista delle elezioni federali del 23 febbraio. La protesta dilaga, da Amburgo a Berlino, passando per Colonia, Brema, Monaco di Baviera e Karlsruhe.

«Mai più fascismo» e «Nessun posto per i nazisti» sono due degli slogan sui manifesti di carta comparsi tra la gente. Ci sono bolle di sapone davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino, bandiere arcobaleno che sventolano e luci che si muovono all’unisono. Si canta “Bella ciao” e si ride insieme con l’obiettivo di scacciare la paura della destra radicale. Per capire le motivazioni bisogna tornare allo scorso 29 gennaio, quando lo spettro dell’AfD è diventato più concreto.

Ha destato infatti scalpore al Bundestag – la camera bassa del Parlamento tedesco – l’approvazione, grazie ai voti dell’AfD, di una mozione restrittiva sull’immigrazione – giuridicamente non vincolante – voluta dalla Cdu, il partito conservatore di centrodestra. In risposta, migliaia di cittadini si sono riversati in strada per esprimere il loro dissenso rispetto ad una possibile alleanza tra l’AfD e la Cdu. Tra di loro c’è Fionn Grosse. Vive a Berlino, ha 34 anni e lavora nel campo della comunicazione visiva, soprattutto in politica.  Si è unito alle manifestazioni perché crede che il muro eretto dal 1949 contro l’estremismo di destra – noto come “Brandmauer” – sia «importante per impedire ai nemici della democrazia di arrivare al potere». 

Il favorito per la Cancelleria rimane Friedrich Merz, leader della Cdu e rivale storico di Angela Merkel all’interno del partito che fu di Helmut Kohl e Konrad Adenauer. L’avvocato originario della Renania Settentrionale Vestfalia è descritto come irascibile e pungente, è accusato di presunzione e di guardare un po’ troppo a destra. «Non ha ciò che mi aspetto da un Cancelliere: calma, compostezza, azione razionale in momenti emozionali, e una posizione chiara sul rifiuto di cooperare coi nemici della democrazia», dice Grosse di Merz: «la Cdu con lui ha danneggiato il muro eretto contro l’AfD e ha annunciato che lo farà ancora».

Il fotografo tedesco considera l’ultradestra un pericolo che «in parte si è già materializzato» e parla di una crisi della democrazia, in cui la «divisione della società e l’avvelenamento del discorso pubblico stanno rendendo sempre più difficile trovare buone soluzioni perché non siamo capaci di discutere con calma». Il trentenne non nasconde la preoccupazione sulla possibile ascesa al potere dell’AfD «con l’aiuto dei conservatori e dei “cosiddetti” liberali [la Fdp, ndr]», e teme l’approvazione di leggi che rappresenterebbero un passo indietro, soprattutto per le persone Lgbt, con disabilità e con background migratorio. La sua spiegazione della popolarità dell’AfD tra la Generazione Z è legata alla complessità del mondo e alla sofferenza del sistema democratico: «i giovani stanno notando che le soluzioni non sono adeguate alla portata dei problemi». 

Prossima all’epilogo è l’esperienza dell’esecutivo guidato da Olaf Scholz, su cui Grosse fa un’analisi di alti e bassi. Per lui, la poca esperienza di governo di entrambi gli “junior partner” della Spd [i Verdi e i liberali della Fdp, ndr] «ha portato a costanti dispute tra di loro, con il cancelliere che ha faticato a metterli d’accordo». Il suo bilancio è agrodolce, e tiene conto dei problemi posti soprattutto dall’invasione russa dell’Ucraina: «le politiche risultanti non sono state così male considerando le sfide. La difficoltà primaria è stata la guerra d’aggressione russa, che ha scioccato le finanze pubbliche». Grosse riconosce il lavoro del cancelliere e spesso si chiede se qualcuno avrebbe potuto fare meglio di lui, guidando attraverso “tempeste” un Paese con una grave crisi industriale e un’economia stagnante: «non sono insoddisfatto di Scholz, ma al contempo non posso esser soddisfatto del risultato dato che la società non si sente rappresentata dalla politica».