C’è chi vede l’amore come un cerchio, chiuso, esclusivo. E poi c’è chi immagina l’amore come un qualcosa di vario, non per forza definito, una forza che può espandersi senza perdere di intensità. Il poliamore nasce da questa idea: l’amore non è una risorsa limitata, ma qualcosa che si può condividere in più direzioni, con consenso e trasparenza.
“Il poliamore è una filosofia relazionale basata sull’idea che sia possibile avere più relazioni amorose o intime contemporaneamente”, spiega Eleonora Lorenzetti, psicoterapeuta e sessuologa. “Il consenso e la trasparenza sono essenziali nel poliamore – sottolinea Lorenzetti – le persone coinvolte stabiliscono regole condivise, e costruiscono relazioni basate sul rispetto reciproco e sulla fiducia.”
Le configurazioni possono variare. Alcune persone mantengono relazioni gerarchiche, con un partner principale e altri secondari, altri preferiscono relazioni polifideliche, in cui più persone condividono un legame esclusivo tra loro. Non tutte le relazioni poliamorose implicano coinvolgimento sessuale: “Ciò che conta è il legame relazionale, non la frequenza o la natura dell’intimità fisica”, chiarisce Lorenzetti.
Come ogni relazione, anche quelle poliamorose affrontano sfide emotive. La gelosia non scompare, ma viene gestita con strumenti diversi: “Non significa che chi pratica il poliamore non provi insicurezza, ma che lavora attivamente per affrontarla senza vederla come una minaccia all’equilibrio della relazione”. Una comunicazione chiara e costante diventa essenziale per mantenere stabilità e rispetto reciproco. Molti dei problemi che emergono nel poliamore sono gli stessi delle relazioni monogame. La paura dell’abbandono, il bisogno di definire confini e aspettative, la gestione del tempo e delle energie tra i vari impegni. “La differenza è che nel poliamore questi aspetti devono essere affrontati con maggiore consapevolezza e accordi chiari”, sottolinea Lorenzetti.
L’ostacolo più grande resta lo stigma sociale. Il poliamore viene spesso percepito come instabilità affettiva o semplice desiderio di trasgressione. “Le persone poliamorose non sono solo giudicate, ma spesso faticano a trovare supporto anche nel contesto familiare e lavorativo”, aggiunge Lorenzetti.
Nonostante questi ostacoli, l’atteggiamento verso il poliamore sta cambiando. Secondo un sondaggio Ipsos, il 31% degli italiani si dice aperto a una relazione non monogama. Una ricerca della piattaforma Wyylde ha rilevato un aumento dell’interesse, soprattutto tra i giovani. Questi dati suggeriscono una progressiva apertura a modelli relazionali alternativi.
Il poliamore non è per tutti, così come la monogamia non è l’unica possibilità. Per alcuni rappresenta un modo di vivere l’affettività in modo autentico e consapevole. Alla fine, la vera domanda è se esista un solo modo giusto di amare.
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