Esclusiva

Marzo 1 2025
Settimana di rosari notturni in piazza San Pietro: «Siamo qui per papa Francesco»

Da lunedì 24 febbraio i fedeli si riuniscono alle 21.00 per pregare per la salute del pontefice

Commozione e raccoglimento. Rosari in mano e occhi rivolti verso la Basilica di San Pietro. La comunità cristiana si stringe intorno al suo pontefice, ricoverato dal 14 febbraio al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. 

«È davvero indescrivibile a parole, è stato incredibile. Ho sentito la pace di questo luogo, ho pianto di gioia. Potevo sentire che tutti stavamo pregando per questo, per la salute di papa Francesco», racconta Renata, 48 anni, brasiliana. È capitata casualmente in piazza San Pietro, insieme a un gruppo di amiche in visita a Roma. «Poi abbiamo visto tante persone e giornalisti, e abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di speciale».

Insieme a lei, credenti di tutte le provenienze ed età, recitano la preghiera mariana ogni sera da una settimana, guidati da diversi cardinali. Un richiamo sentito soprattutto in seguito all’ultima crisi respiratoria del 28 febbraio.

Un improvviso peggioramento

Dopo giorni in cui la situazione sembrava migliorare, il 28 febbraio il Vaticano ha riferito che alle 14 il papa ha avuto un «repentino peggioramento del quadro respiratorio», con una crisi da broncospasmo e un episodio di vomito. I medici hanno provveduto all’aspirazione, ma hanno affermato di aver bisogno di 24-48 ore per capire se l’episodio ha aggravato il quadro complessivo. 

Per la prima volta in due settimane il pontefice è passato alla ventilazione meccanica con una maschera che gli copre naso e bocca. È sempre rimasto vigile e orientato, ma la prognosi resta ancora riservata. La mattina del primo marzo, il Vaticano ha fatto sapere che ha passato una notte tranquilla.

È il secondo episodio di crisi respiratoria dopo quello di sabato 22 febbraio. Il giorno seguente non ci sono stati ulteriori episodi, ma il papa, per la seconda settimana consecutiva, non ha potuto guidare la tradizionale preghiera dell’Angelus. Lunedì 24 febbraio ha chiesto al popolo dei fedeli di pregare per lui. Quel giorno sono partiti i rosari notturni in piazza San Pietro.

Le voci dei fedeli

Religiosi, preti, suore, pellegrini, turisti ma anche cittadini romani: è varia la folla che anima le preghiere. Alcuni vengono qui per più sere consecutive, altri capitano per caso con gli amici o in solitaria. Altri ancora si organizzano con le comunità parrocchiali, come Francesca, 41 anni: «Ci siamo voluti riunire per dare forza al Papa e augurargli la salute. Penso sia importante pregare per lui affinché gli arrivi la forza di tutte le persone che gli vogliono bene, anche se da lontano». 

Non mancano gruppi di giovani. «Avendo ventun’anni, sono cresciuto con papa Francesco. Quindi è emozionante essere qui, in questi giorni difficili per lui, cercando di stargli vicino», racconta Leonardo, studente di Scienze Politiche a Roma. «Mi sta simpatico e mi sta a cuore la sua salute, perché credo sia un papa buono, con dei valori che fanno bene alla Chiesa», aggiunge. 

Un papa che sembra unire i fedeli anche per il modo in cui ha trasformato la Chiesa. «Ha apportato dei cambiamenti che mi piacciono. Spero in ulteriori passi avanti, in una maggiore inclusività per le persone che magari non fanno parte del mainstream. Spero in una maggiore presenza di donne nel ministero», racconta Michelle, 66 anni, dal Minnesota. «Forse domani con mio marito andremo anche a pregare davanti all’ospedale. Questo è il nostro momento».