Esclusiva

Marzo 4 2025
L’Altracittà, l’incontro prima della lettura

A pochi passi da Piazza Bologna a Roma, la libreria indipendente è il posto in cui il cliente si sente a casa

È l’originalità che fa la differenza tra una libreria indipendente e una di catena ed è la ricerca stessa della diversità «che spinge i clienti a scegliere di comprare i libri qui e a partecipare agli eventi», spiega Silvia Dionisi, proprietaria dell’Altracittà. Quando si entra nel suo negozio, a pochi passi da Piazza Bologna a Roma, si capisce subito che c’è qualcosa di insolito: un ambiente familiare che ti accoglie appena varcato l’ingresso, un affastellamento di volumi che circondano un divano al centro della stanza. “Casa” è la prima parola che viene in mente al cliente.

Chi entra qui dentro «è un lettore capace di un certo senso critico – dice la libraria – e di interrogarsi su dove vada la società, attento alla qualità della propria vita e che non si lascia influenzare troppo dai ritmi veloci e dalle suggestioni di mercato». Dopo la laurea in Storia medievale e il dottorato in Storia dell’economia alla Luiss, Dionisi ha iniziato a collaborare con le università di Tor Vergata e di Viterbo, ma a un certo punto, stanca di alcune dinamiche, ha deciso di rilevare a Rieti, sua città natale, Libreria moderna che l’anno scorso ha compiuto cent’anni. «È stata – racconta – una vera e propria operazione di salvataggio: abbiamo voluto mantenere il ricordo e la testimonianza di quel posto e abbiamo voluto consegnare il valore che rappresentava per la collettività».

Poi è stato il momento di aprire L’Altracittà che non è solo una libreria, ma un elemento di una rete più grande. Vicino all’ingresso c’è un pianoforte a coda: il marito di Dionisi, nome d’arte McGraffio, insegna a suonare lo strumento ai bambini. «Il linguaggio musicale è un’espressione artistica insieme alla pittura e alla scrittura e quindi è molto in sintonia con il nostro modo di comunicare». Per chi cerca un’esperienza che vada oltre le pagine di un libro, ci sono attività laboratoriali e incontri con autori come Dario Ferrari, scrittore di La ricreazione è finita. Ma c’è anche la possibilità di trovare un posto per leggere in maniera silenziosa, purché sia in compagnia: «Oggi ognuno fruisce tutto da casa dal cibo al libro», spiega Dionisi.

Chi entra sa che troverà una possibilità di un dialogo e «una disponibilità all’ascolto più umana rispetto alle grandi catene», anche se non tutti condividono l’idea di libreria di Dionisi. È la stessa libraria a raccontare che un gruppo di genitori ha regalato un buono da ottanta euro a una professoressa che, una volta entrata nel negozio, ha esclamato: «E ora qui che ci faccio?». Tra un discorso sul tempo dedicato alla lettura che è diminuito proprio perché «c’è stata un’accelerazione dei ritmi di vita che ha significato un minore tempo libero e quindi meno spazio da dedicare ai libri» e un giudizio sul lavoro di librario che «fa entrare dentro di te tutto il mondo che sta fuori», c’è spazio anche un momento di orgoglio: nel 2020 Dionisi ha fondato la propria casa editrice L’Altracittà media e arti.

C’è un episodio che marca in maniera netta la differenza tra una catena di librerie e una indipendente: molte volte accade che i clienti si sentano talmente a una casa che portano anche da mangiare. E così tra un acquisto di un libro e una lezione di musica, la socialità si riprende il suo spazio.